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Imputati scarcerati / Eraclea

La sindaca Zanchin: «Eraclea è estranea a questo processo». Fuochi d'artificio a casa Donadio

Oggi un punto stampa per chiarire la contrarietà alle «strumentalizzazioni che danneggiano l'immagine della città». Accertamenti dei carabinieri dopo i festeggiamenti per la liberazione del presunto boss

La sindaca Nadia Zanchin ribadisce che «Eraclea è estranea al procedimento sui casalesi», una vicenda che «ha danneggiato l'immagine della città» e che rischia di essere «strumentalizzata a livello politico e mediatico». Zanchin lo ha sottolineato questa mattina, 8 febbraio, all'indomani della decisione dei giudici che hanno stabilito di liberare dalla carcerazione preventiva gli imputati del processo sul presunto "clan dei casalesi di Eraclea".

Nel corso di una conferenza stampa la sindaca ha fatto presente che «Eraclea è altro, è un comune di 12mila abitanti che sono gente per bene, lavoratori, e non hanno a che vedere con questa inchiesta». Una considerazione fatta «nel rispetto di tutte le decisioni della magistratura, compresa quella della scarcerazione. Da parte di questa amministrazione resta sempre la massima disponibilità». In ogni caso, aggiunge, «non ci nascondiamo dietro un dito e restiamo attenti a tutti i fenomeni di criminalità».

L'amministrazione intanto è pronta a prendere provvedimenti in merito all'episodio avvenuto ieri sera, quando qualcuno ha sparato in aria dei fuochi d'artificio apparentemente per festeggiare la liberazione di Luciano Donadio. I fuochi sarebbero partiti proprio in corrispondenza dell'abitazione di Donadio. «C'è un'indagine dei carabinieri - specifica la sindaca - che sono intervenuti per eseguire gli accertamenti del caso. Di certo non c'era l'autorizzazione del Comune: nessuno ha chiesto nulla, io l'ho saputo a cose fatte. Di conseguenza sarà applicata la relativa sanzione amministrativa».

Donadio è attualmente imputato nel processo sulla presunta cellula dei casalesi attiva per anni nel Veneto orientale, di cui è considerato il boss. Il processo è in corso, ma nell'attesa della sentenza è stata disposta la liberazione per lui come per tutti gli altri imputati. Nel provvedimento di remissione in libertà, il tribunale ha sottolineato che «considerato che ormai l'istruttoria dibattimentale, nella fase riservata alle difese, è nella parte conclusiva, può procedersi a una rivalutazione delle esigenze cautelari». Nello stesso documento si legge che «le esigenze cautelari possono essere adeguatamente soddisfatte, per tutti gli imputati, mediante misure coercitive di controllo, quindi l'obbligo di dimora».

Un commento sugli ultimi avvenimenti arriva da Rifondazione Comunista - Unione Popolare del Veneto orientale: «In attesa delle indagini dei carabinieri in merito all'episodio dei fuochi d'artificio, crediamo che sia necessario ribadire il fatto che mai una città o un intero territorio debba essere lasciato nel dubbio di presenze al livello di criminalità, organizzata o meno. Invitiamo quindi tutte le forze politiche, i sindacati e le organizzazioni sociali e di volontariato ad organizzare una seconda manifestazione unitaria per ribadire il "no" alla criminalità, in nome della democrazia partecipata».

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