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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Riqualificazione di via San Giuliano, opinioni opposte: elogi e critiche

Il progetto prevede il rifacimento delle sedi delle imprese che operano sulla via. Le dichiarazioni del presidente Ascom e del consigliere Bettin

L'atteso piano per la riqualificazione della zona tra via San Giuliano ed il canale omonimo, approvato alla fine di gennaio dalla giunta comunale, vede letture opposte in città. Il progetto, che rientra in un piano più complessivo che riguarda tutta l'area verde di San Giuliano, e sblocca una situazione di stallo pluridecennale, prevede in sintesi la demolizione degli attuali insediamenti lungo la sponda del canale; la realizzazione della nuova viabilità, inclusi parcheggi, verde e reti tecnologiche; la realizzazione, da parte di Veritas, di un nuovo acquedotto; la realizzazione di 15 nuovi fabbricati in area comunale; la ricollocazione dei pontili e della biglietteria per il trasporto persone; la sistemazione dell’attività di cantiere nautico esistente; la creazione di due parcheggi sulla proprietà Ater. 

Per il presidente di Ascom Venezia, Roberto Panciera, si tratta di un'ottima notizia. «Mi congratulo con il sindaco, la giunta e il consiglio comunale di Venezia - dice Panciera - che hanno finalmente trovato una soluzione definitiva per il polo logistico di San Giuliano, dopo anni di tanti progetti alternativi discussi e mai portati a compimento. Il raggruppamento di imprese del Consorzio San Giuliano garantisce lavoro a 250 persone con le relative famiglie e fornisce gli approvvigionamenti alla Città Storica per il 35% delle merci complessive. Finalmente ora dopo 25 anni di attese e incertezze con questo progetto viene garantito il lavoro delle imprese, i posti di lavoro che assicurano le imprese ai  loro dipendenti e alle loro famiglie, la serenità che da anni è mancata e la possibilità di lavorare proficuamente negli anni a venire». Panciera sottolinea come gli operatori di San Giuliano e  Confcommercio Ascom Venezia abbiano sempre promosso la collaborazione con l’Amministrazione e con le altre associazioni coinvolte, per raggiungere insieme una soluzione che potesse soddisfare quanto possibile le esigenze e gli obiettivi di tutti. Motivo che porta ora a congratularsi.

Decisamente diversa la lettura che ne fa Giangranco Bettin, consigliere comunale della Lista Verde, secondo cui nel tipo di progetto si scorge un modus operandi dell'amministrazione. «Per realizzare il Parco fluviale del Marzenego bisognava recuperare alcune aree private con altra destinazione urbanistica - sostiene Bettin - ebbene, invece che acquisirle con giusto indennizzo (un ammontare di circa 4 milioni di euro, del tutto alla portata del Comune), la giunta ha deciso di permutarle in cubature, nello stesso territorio attiguo al parco.  Contemporaneamente, invece di trovare una soluzione condivisa tra gestori delle attività presenti lungo il Canal Salso, al margine del Parco di San Giuliano, soluzione che, nel piano guida dell’arch. Di Mambro prevedeva di liberare l’affaccio al canale integrandolo nel parco e realizzando un corridoio-passeggiata da punta San Giuliano al Forte Marghera (e da qui al centro di Mestre), la giunta non trova di meglio che confermare tali attività, invece che trovare un’altra area adeguata, aumentando la cubatura (da 10 mila a 30 mila metri cubi) e, in aggiunta, creando un nuovo grande terminal (con decine di migliaia di mq di parcheggi) a San Giuliano che attirerà traffico e flussi turistici diretti a Venezia. Uno snaturamento dell’idea stessa del Parco». Secondo Bettin, sarebbe lo stesso metodo che ha portato la giunta a rinunciare al trasferimento della San Marco Petroli in area industriale, legittimandola urbanisticamente e quindi inchiodando Malcontenta e Marghera alla vicinanza di impianti industriali tra i più pericolosi. «Dovendo scegliere tra interessi diversi- conclude il consigliere - la giunta sceglie sempre i più forti, a scapito di verde, salute e città sostenibile»​. 

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