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Negli ultimi anni le donne vittime di violenza sono aumentate | VIDEO

Se nel 2021 sono state 37, nel corso del 2022 sono state 39 le donne accolte in situazione di grave urgenza e messe in sicurezza in strutture del territorio oppure ospitate all'interno delle due Case Rifugio comunali: lo confermano i dati raccolti dal Centro Antiviolenza del Comune di Venezia 

Negli ultimi quattro anni si è registrato un aumento costante del numero delle donne vittime di violenza accolte in urgenza, con situazioni sempre più complesse e diversificate. Lo confermano i dati raccolti dal Centro Antiviolenza del Comune di Venezia che raccontano come il fenomeno sia in costante emersione: se nel 2021 sono state 37, nel corso del 2022 sono state 39 le donne accolte in situazione di grave urgenza e messe in sicurezza in strutture del territorio oppure ospitate all'interno delle due Case Rifugio comunali. Molte di loro avevano con sé i loro figli minorenni: nel 2022 sono stati 41 sono i bambini e le bambine ospitati con le loro madri.  Nelle due case rifugio del Comune di Venezia sono state accolte 15 donne e 11 figli minorenni: le due case rifugio con i loro 11 posti letto che il Comune di Venezia rischiano di non essere più sufficienti se questi numeri dovessero continuare a crescere e ci stiamo attivando per aumentare l’offerta di ospitalità protetta, aprendo due nuovi appartamenti dedicati allo scopo di messa in sicurezza delle donne vittime di violenza. 

Il Centro ha ricevuto 79 richieste di attivazione mediante il servizio di reperibilità telefonica H24 in collegamento con il Pronto Soccorso dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre e dell’Ospedale SS.. Giovanni e Paolo di Venezia, attraverso un accordo fra il Comune di Venezia e l’Azienda Ulss3 denominato “Progetto SOS Violenza”. 50 sono invece le segnalazioni da parte del Pronto Intervento Sociale  (PRIS), che agisce in tutto il territorio comunale per mettere in sicurezza le persone che sono in situazione di pericolo, segnalate soprattutto dalle Forze dell’Ordine.

L'equipe di lavoro del Centro, formata da assistenti sociali, educatrici, psicologhe e consulenti legali, composta da dipendenti del Comune di Venezia e operatrici della Cooperativa La Esse, tra gennaio e dicembre ha operato per sviluppare percorsi di uscita dalla violenza per 243 donne (di cui 143 primi colloqui, e quindi donne che si sono presentate al Centro quest’anno per la prima volta) e ha offerto alle donne accolte 635 consulenze psicologiche (per un totale di 157 donne seguite), 62 consulenze giuridico-legali e 129 consulenze lavorative, rispondendo a 358 interventi di primo contatto informativo. Il contatto informativo avviene attraverso telefono (0412744222) o presentandosi di persona nelle nostre sedi. O attraverso segnalazione dei Pronto Soccorso o delle Forze dell’Ordine

Aperto 5 giorni alla settimana, con una segreteria telefonica attiva 24 su 24 anche nei giorni festivi, il Centro si compone di più dispositivi per la sicurezza sempre in funzione: due Case Rifugio per dare ospitalità temporanea alle donne e ai loro figli; una rete con strutture e servizi del territorio per mettere in sicurezza, nuclei in grave situazione di pericolo. Garantisce la reperibilità telefonica H24 in collegamento con gli ospedali del territorio comunale e collabora con il Numero Verde Nazionale 1522. Dal 2020 ha ampliato l’accesso al Centro attraverso l’apertura di altri due sportelli, uno sito in Villa Groggia a Cannaregio e uno sito al Lido di Venezia; gli sportelli si aggiungono alla sede principale del Centro, in Viale Garibaldi 155/a  Carpenedo.

Il servizio, gratuito e riservato, è dedicato alle donne che vivono o hanno vissuto maltrattamenti e violenze e che cercano sostegno in un progetto di uscita dalla violenza, nel segno della promozione di una cultura di genere.

I percorsi di uscita dalla violenza: il lavoro e l’autonomia
“Con te” è il filo conduttore di tutte le attività offerte gratuitamente alle donne che contattano il Centro. L’obiettivo è di offrire informazioni e orientamento a chi sta vivendo una situazione di violenza: il messaggio è che è possibile uscire dalla violenza, anche con il supporto di professioniste esperte e competenti sull'antiviolenza. Al Centro e agli Sportelli vengono offerti gratuitamente percorsi di sostegno psicologico, orientamento giuridico-legale e supporto concreto ai progetti di autonomia, che possono prevedere anche un supporto alla ricerca di un lavoro, di un’abitazione o alla gestione dei figli.

Attraverso lo Sportello Donne al Lavoro, il Centro Antiviolenza agisce per potenziare l’autonomia delle donne. La metodologia proposta abbina colloqui individuali a lavori di gruppo con le donne. L’attività è integrata in rete grazie alla collaborazione con i diversi soggetti nel territorio: il Servizio comunale con specifico focus sull’orientamento al lavoro, il Centro per l’impiego, le aziende sensibili, le agenzie interinali, le associazioni.

Il Centro Antiviolenza sostiene le donne nella formazione al lavoro e nell’inserimento occupazionale, non solo con l’obiettivo dell’autonomia reddituale, ma anche affinché possano valorizzare competenze e  passioni che spesso per molto tempo non hanno potuto coltivare. Le soluzioni che proponiamo sono sempre pensate per rispondere alle specifiche necessità di ogni donna accolta. Ad esempio, nell’estate del 2022 una mamma di circa 30 anni con 3 bambini piccoli, senza esperienze lavorative, ha potuto svolgere un tirocinio formativo in un negozio di parrucchiere del territorio: un’esperienza fondamentale per la donna che ha potuto acquisire competenze e ricevere un rimborso economico, ma soprattutto sperimentare la possibilità di cambiare e di costruire una vita diversa.
Sono 32 le donne seguite per un supporto lavorativo e 3 i tirocini lavorativi attivati nel corso del 2022.

La rete Antiviolenza nel territorio

Il Centro Antiviolenza del Comune di Venezia è in rete con gli altri due Centri Antiviolenza del territorio attraverso il “Protocollo di Rete Antiviolenza” promosso e coordinato  dell’Ulss3, al quale aderiscono 43 soggetti firmatari: oltre a tutti i comuni, gli ospedali e i servizi socio-sanitari dei distretti dell’ULSS 3, anche le Forze dell’Ordine, la Prefettura, l’Ordine dei Giornalisti, gli ordini dei Farmacisti e delle Professioni sanitarie, sindacati, strutture di ospitalità, Università e Associazioni impegnate nel contrasto alla violenza sulle donne. Il protocollo ha prodotto procedure operative che facilitano la connessione fra i soggetti della rete per accogliere e sostenere le situazioni delle donne che si presentano ai tre Centri Antiviolenza presenti nel territorio o sono ospitate  nelle case rifugio.


 

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