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A Venezia la poetessa iraniana dissidente Bita Malakuti: «La nostra lotta per la libertà» | VIDEO

Nata nel 1973 a Tehran, la scrittrice lascia l'Iran per gli Stati Uniti nel 2006, costretta all'esilio per motivi politici. Dopo aver vissuto per 14 anni a Praga, dall'ottobre 2022 è tornata negli USA, dove attualmente vive e lavora. Finora ha all'attivo ben otto libri. Le sue poesie e i suoi racconti sono stati tradotti in più di dieci lingue

«Più il regime islamico prova paura, più diventa debole» così ha esordito la poetessa iraniana Bita Malakuti, raccontando nel corso di una conferenza stampa presso la sede della Fondazione di Venezia la lotta per la libertà che, da molto tempo, il popolo iraniano porta avanti con coraggio e determinazione. 

Nata nel 1973 a Tehran, la scrittrice lascia l'Iran per gli Stati Uniti nel 2006, costretta all'esilio per motivi politici. Dopo aver vissuto per 14 anni a Praga, dall'ottobre 2022 è tornata negli USA, dove attualmente vive e lavora. Finora ha all'attivo ben otto libri e le sue poesie e i suoi racconti sono stati tradotti in più di dieci lingue. 

«Noi scrittori abbiamo una grande responsabilità, quella di raccontare la verità di questa rivoluzione – ha spiegato Malakuti –. Gli artisti devono narrare gli eventi che succedono, i fatti che avvengono. Ci sono migliaia di storie che dobbiamo divulgare, perché esse costituiscono la nostra stessa storia. Il regime deve essere contraddetto dalla nostra verità e noi abbiamo il dovere di esprimerla». 

Secondo i dati diffusi da Iran Human Right, solo nel 2023 vi sono state 127 esecuzioni, un numero che è sicuramente destinato a crescere se si pensa che «nessuna cifra è ufficiale, le violenze e le uccisioni, così come le torture, sono all'ordine del giorno» racconta Malakuti. 

Durante il pomeriggio di venerdì 10 marzo la poetessa ha incontrato la cittadinanza veneziana nel corso di un incontro fortemente voluto dalla Fondazione di Venezia in sinergia con i festival "Incroci di Civiltà" e "Una montagna di libri". Una data significativa, quella di oggi, dal momento che cade due giorni dopo la Giornata internazionale della donna e proprio le donne iraniane rappresentano la più impavida forza ostativa al regime islamico nonostante le numerosissime uccisioni. «Noi iraniane abbiamo alle spalle una storia di coraggio lunga ben 45 anni. La nostra è una rivoluzione che si appoggia su generazioni di donne: nonne, madri, figlie, nipoti. Sono orgogliosa di essere iraniana. Oggi il cambiamento è veramente possibile» ha concluso Malakuti.

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