Gianduja è la più famosa maschera piemontese.

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Storia

Di origine astigiana ma adottata dal blasonato capoluogo torinese, Gianduja è una delle maschere più tarde: nasce infatti verso la fine del Settecento. Il nome di battesimo fu in realtà Giròni, nome tratto da antichi canovacci secenteschi. Essendo però il termine immediatamente riconducibile al doge di Genova, Girolamo Durazzo, i due burattinai che la idearono, Giovanni Battista Sales e Gioacchino Bellone, vennero arrestati. Non solo: Giròni venne sospettato di essere la caricatura del fratello di Napoleone, Girolamo. Apriti il cielo. I due burattini, che si fecero due conti, decisero allora di dare un taglio con quel nome così sfortunato e decisero per Giandoja dopo aver osservato un popolano che veniva chiamato Gioanin dla doja: Gioanin-dla-doja, quindi proprio Giandoja. Il burattino "2.0" nacque allora a Casell'Alfero, ancora oggi resa famosa da questa nascita "vip".

Caratteristiche

Uomo di un certo rigore, è persona allegra e di buon senso. Amante del buon vino è noto anche per la sua generosità. Per dna incline al bene, è fedele alla sua compagna Giacometta. E' rinomato anche per le sue opere di carità.

Costume

Indossa il cappello a tre punte, la parrucca con il codino, il panciotto marrone, calzoni verdi e tipiche calze rosse.

Curiosità

Figura patriottica, subì le attenzioni perfino di Cavour che simbolicamente codusse contro questa figura a lui politicamente contrapposta, una strenua battaglia. La cioccolata e il cioccolatino Gianduiotto deve alla maschera il suo nome e la sua forma, simile a quella del cappello. Idem alcuni particolari lecca-lecca anch'essi distribuiti particolarmente nel periodo carnevalesco, presero il loro nome da questa maschera.

Fonte: torinotoday; www.carnevalemaschere.com; https://www.carnevale.venezia.it