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Lunedì, 29 Aprile 2024
Incidenti stradali Favaro Veneto

Incidente a Santo Stefano di Cadore, le famiglie delle vittime: «Sia fatta giustizia»

Test alcol ed esami tossicologici negativi per la 32enne tedesca al volante dell'Audi che ha investito e ucciso tre persone. I parenti temono che venga rilasciata e torni al suo paese

Test dell'alcol ed esami tossicologici negativi per la 32enne tedesca al volante dell'Audi che ha investito e ucciso tre veneziani in ferie a Santo Stefano di Cadore, nel Bellunese, giovedì pomeriggio. Le famiglie chiedono giustizia e temono che la donna, arrestata, possa essere rilasciata e allontanarsi dall'Italia. 

Se è vero, come si dice, che nell'auto c'erano coperte, abiti e l'occorrente per rimanere a lungo in viaggio, i parenti si domandano come sarà possibile, se la donna si allontana, rintracciarla. Se lo chiede Luigi Antoniello, padre di Marco, vittima dello schianto con Maria Grazia Zuin, sua suocera, e il figlio di neppure due anni, Mattia. «Oltre al dolore della perdita, dobbiamo accollarci anche la preoccupazione che non venga fatta giustizia». Elena Potente, compagna di Marco e mamma di Mattia, è rimasta ferita ma si è salvata. Ha perso i suoi tre punti di riferimento: il figlio avuto da poco, il compagno Marco e sua madre. Antoniello è perplesso riguardo alle notizie sulla presunta velocità a 70 chilometri orari dell'Audi, al momento dello schianto contro le tre vittime. «Mio figlio pesa novanta chili, com'è stato possibile far sbalzare il corpo a oltre trenta metri di distanza a quella velocità?». 

La sorella Elena e suo cognato avevano vissuto per alcuni mesi a Marcon, poi sono tornati a Favaro. Li ricorda entrambi il sindaco Matteo Romanello, che ha espresso solidarietà alle famiglie martoriate. Marco Antoniello da tredici anni lavorava alla Top Display, ditta di allestimenti per le imprese, ed era responsabile di magazzino. I datori di lavoro e i colleghi ieri in azienda erano sottosopra. «Ogni volta che andiamo nel deposito ci sembra di vederlo lì, seduto alla sua scrivania - raccontano - Abbiamo perso un collega, ma anche un bravo lavoratore, appassionato del suo ruolo e capace di tenere alto il morale di tutti». Antoniello, che avrebbe compiuto 48 anni a Ferragosto, si era preso una settimana di ferie. Doveva tornare a Favaro sabato e riprendere servizio lunedì. Ma non c'è più. Prima di avere il piccolo Mattia, Marco aveva avuto due figli dal primo legame, che ora lascia ancora piccoli. Tornato a risiedere dai genitori in via Monte Celo a Favaro, spesso passava in pizzeria da Piero Trabuio, che è lì attaccata. «Salutavo i suoi ogni mattina, li conoscevo dagli anni '80 quando avevano preso casa nelle palazzine delle Poste - ricorda Trabuio, che è anche consigliere di Municipalità - Dispiace proprio tutto questo. Staremo loro vicini, col presidente Bellato e il sindaco Brugnaro, per tutte le loro necessità».

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