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Campo Marte, sono ricominciati i lavori agli alloggi dell'edificio “Siza” VIDEO

Nordio: «Da mesi lavoro a un fondo immobiliare per il recupero e la ristrutturazione di circa 500 case». In centro storico costi degli interventi doppi. «L'obiettivo è riuscire a dare una casa popolare a quante più famiglie possibili»

«Ripresi i lavori, per non lasciare più nulla in sospeso e per trovare soluzioni concrete al problema degli alloggi sfitti a Venezia». Così il presidente Ater di Venezia, Fabio Nordio commenta la ripartenza degli interventi agli alloggi dell'edificio “Siza” in Campo Marte alla Giudecca, avvenuta lunedì mattina, e rivela il suo progetto. «Da mesi lavoro alla possibilità di creare un fondo immobiliare insieme a un istituto di credito per il recupero e la ristrutturazione di circa 500 case veneziane di nostra proprietà», dice Nordio. Proprio pochi giorni fa i consiglieri comunali Bettin e Trabucco e la consigliera regionale Ostanel hanno denunciato la presenza di 1.800 alloggi sfitti di Ater e Comune in centro storico e terraferma. 

«La questione è complessa e non risale certo a questi giorni – spiega Nordio – occorre fare una premessa: l'Azienda territoriale di edilizia residenziale pubblica veneziana ha circa 10 mila abitazioni e un determinato numero di contributi per la loro sistemazione, che negli anni è andato diminuendo. Soldi che le permettono di ristrutturare un tot numero di case, e non di più. Ristrutturare un alloggio a Venezia centro storico o isole ha costi molto più elevati che in terraferma e provincia. Il nostro obiettivo principale è riuscire a dare una casa popolare a quante più famiglie possibili. Il costo della ristrutturazione di un'abitazione a Venezia insulare ci permette di sistemarne almeno due fuori Venezia, e dare quindi risposta a due famiglie anziché una. Questo non significa abbandonare le case del centro storico al loro destino, ma un buon padre di famiglia, quando la coperta è corta, deve fare delle scelte dettate dalle priorità, che per noi è quella di rispondere all'emergenza abitativa».

Il presidente dell'Ater veneziana, in questi mesi, stava lavorando per portare a casa un risultato. «La creazione di un fondo immobiliare - spiega -. Noi metteremo i diritti di superficie di 500 alloggi sfitti, di tipologia non Erp (Edilizia residenziale pubblica) in tutta la Città Metropolitana, e le banche 50 milioni di equity (fondi propri). In questo modo sarà possibile sistemare 500 appartamenti che godranno di manutenzione straordinaria fino all'ultimo anno della durata del fondo: 20 anni. Una volta ristrutturati, questi immobili saranno destinati al social housing e resteranno gestiti da Ater che ne rientrerà in possesso dopo 20 anni. Il vantaggio è poter rimettere a disposizione delle famiglie veneziane le abitazioni sistemate che oggi sono chiuse e attendono fondi per le manutenzioni. Naturalmente sarà necessario il via libera della Regione, ma ci stiamo adoperando per trovare delle soluzioni concrete al problema degli alloggi sfitti per cui mancano i finanziamenti».

Tornando ai lavori di campo Marte, la nuova impresa che ha iniziato a operare è la Lasa Fratelli Nata srl, dopo che le precedenti ditte si erano fermate per problemi economici e fallimenti. «Grazie a ricerche e analisi – spiega Nordio - sono riuscito a individuare all’interno del consorzio Innova (che si era aggiudicato l’appalto per svolgere i lavori) alcune ditte in grado di concludere il progetto. Da cronoprogramma i 19 alloggi dell'edificio Alvaro Siza saranno terminati in circa 8 mesi». La nuova impresa dovrà completare i serramenti interni ed esterni dei 19 alloggi, completare la pavimentazione interna (legno nelle camere e ceramica nelle zone giorno), aver cura dei dettagli perché anche queste case si conformino esteticamente a quelle precedenti. L’intervento edilizio prosegue quindi il vasto e ambizioso progetto di riqualificazione architettonica e urbanistica dell’aera di Campo di Marte, alla Giudecca, iniziato nel 1983 quando l’allora Iacp, d’intesa con il Comune di Venezia, decise di abbattere un consistente numero di vecchi edifici abitati e dare vita ad un nuovo complesso edilizio, ordinato e organico. 

«Stiamo anche lavorando per reperire i fondi per l’ultimazione della piazza pubblica (non di proprietà dell'Ater) davanti agli edifici di Campo Marte – aggiunge il presidente - terminando anche i restanti 25 alloggi progettati da Raffael Moneo, l’architetto premiato con il leone d’oro alla carriera proprio nel maggio di quest’anno. Alloggi che saranno costruiti – aggiunge Nordio – con novità tecnologiche rispetto ai precedenti, come il raffrescamento e il riscaldamento e a terra, gli impianti per le piastre a induzione elettrica. Il progetto originario prevedeva che le case fossero destinate agli anziani, motivo per il quale sono dotate di ascensore e di una sala comune per incentivare l’incontro tra inquilini e l’aggregazione sociale. L’obiettivo è rendere disponibili il prima possibile tutte le case del complesso a forma di "L"».

Il cantiere di Campo Marte ha visto, negli anni, varie ditte eseguire i lavori regolarmente assegnati con bandi d’appalto da parte dell’Ater di Venezia, ma alcune di queste sono fallite o hanno avuto grosse difficoltà economiche. Un progetto ha visto diversi rallentamenti, ad esempio, con il superamento dei massimali di spesa per cui è stata necessaria la richiesta di autorizzazione al ministero e l’adeguamento normativo del capitolato speciale d’appalto. «Per quanto riguarda la piazza pubblica davanti agli edifici - conclude Nordio - per cui servirebbero circa 1,5 milioni di euro, non può essere l’Ater a farsi carico di questa spesa». Si cercano quindi delle soluzioni con il Comune, e un’ipotesi è la realizzazione di un’area verde.

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