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Lunedì, 29 Aprile 2024

Il prefetto in via Piave. Sfiducia e sconforto. «Lo Stato è qui per vincere la sfida della sicurezza»

Di Bari: «Parte un censimento delle case occupate abusivamente per individuare quelle parti del patrimonio dove spesso si annidano situazioni di illegalità»

«Torneremo qui con i risultati. In questo incontro ci mettiamo la faccia perché ogni brutto fatto che accade è uno sfregio alla sicurezza e si trasforma in sfiducia, anche psicologica: un meccanismo che insieme a tutti e grazie alla notevole coscienza civica dimostrata, vogliamo e dobbiamo interrompere». Il prefetto Michele Di Bari ha parlato in via Piave ai circa duecento residenti della zona e aree limitrofe, che nel tardo pomeriggio martedì sono arrivati ai giardini dove ad attenderli c'erano le istituzioni al completo. Alle azioni continue e straordinarie di controllo e repressione della criminalità, Di Bari ha aggiunto un elemento nuovo. «Stiamo facendo un censimento delle case occupate abusivamente per individuare quelle parti del patrimonio dove spesso si annidano situazioni di illegalità diffusa. Poi procederemo agli sgomberi».

Accanto a lui tutte le forze dell'ordine, la questura, la finanza, i carabinieri, la polizia locale ma anche l'Usl 3 e il Comune - con l'assessore alla Sicurezza, Elisabetta Pesce - spesso interlocutori di cittadini in cerca di rassicurazioni e soluzioni per la difficile situazione di criminalità e degrado a Mestre, alla stazione, in via Piave e in tutto l'hinterland fino al centro. Talvolta, a quanto pare, le risposte non sono state quelle sperate. «La nostra non è una percezione, ma insicurezza reale». Non sono mancate parole esasperate, di scoraggiamento e sfiducia. «Non credo più nelle vostre azioni di contrasto alla criminalità - ha esordito Claudio Peris, residente del quartiere - La situazione sta peggiorando».

«Sono una disabile - ha esordito Anna, un'altra residente - so che persone come me hanno subito angherie, sono state spinte, fatte cadere. È venuta meno la solidarietà, il senso di comunità e l'aiuto reciproco». «In via Aleardi - le parole di un altro inquilino, Carlo Seno - le persone anziane sono rimaste isolate perché gli amici non hanno più il coraggio di uscire di casa e andarle a trovare». Un intervento dopo l'altro, ciascuno con le sue richieste, il senso d'impotenza, i timori. «È vero, c'è sconforto. Ma lo Stato è qui e ci mette la faccia - ha concluso il prefetto, circondato da residenti attivi come Giampaolo Conte, Ernesto Rosapepe, Prince Howlader, Giovanna Luzzi e tanti altri - Non veniamo a fare passerelle. Lo Stato dispone della forza per vincere la sfida della sicurezza». 

L'incontro fra residenti e istituzioni nel quartiere Piave di Mestre

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