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Incidenti stradali

Veneziano muore in un incidente in vespa in Thailandia, il dolore degli amici

Nel Sudest asiatico dalla fine degli anni '80 si era legato alla sua attuale compagna. Legame sempre forte con la laguna dove tornava continuamente e a cui si stava appassionando il figlio 22enne Antony che era in laguna quando è accaduta la tragedia

Incidente mortale martedì notte a Krabi, nel sud ovest della Thailandia, dove il veneziano Stefano Tolotti, 58 anni, si era trasferito dalla fine degli anni '80 conoscendo l'attuale compagna da cui ha avuto un figlio 22 annni fa, Antony. Tolotti è morto in sella alla sua Vespa, del resto adorava le due ruote, seppur nato e cresciuto a Venezia, in centro storico peraltro, da una famiglia di antiquari di Santa Maria del Giglio. Stefano trovava sempre l'occasione di mettersi in sella a una moto e andare a correre, e ancoradi più da quando dalla fine degli anni '80, dopo il suo primo viaggio in Thailandia, e poi il secondo e il terzo, seguiti da rientri sempre più brevi a Venezia e permanenze sempre più lunghe nel Sudest asiatico, a un certo punto aveva deciso di rimanere lì in maniera definitiva. Il legame con la sua terra d'origine non lo aveva però interrotto mai.

Tanto che, fin da quando era nato suo figlio Antony, i viaggi per portare il ragazzo a conoscere la sua città natale erano stati continui e frequenti. Ormai il figlio Antony veniva a trovare i parenti a Venezia da solo. E martedì notte quando è successa la tragedia che ha tolto la vita a suo padre Stefano, il giovane era a Mestre da una zia. Era partito qualche giorno prima dalla provincia di Krabi con l'intenzione di restare in Italia per un periodo in attesa che il papà lo raggiungesse, come d'accordo, ai primi di aprile.

«Avevo sentito Stefano qualche ora prima che rimanesse coinvolto nell'incidente mortale - racconta affranto Nicola Sabbatini, imprenditore e sommelier veneziano molto amico di Tolotti e con lui sempre in contatto dall'Italia - L'impatto in Vespa la cui dinamica ancora non mi è ben chiara è successo verso le 18.30 ora italiana, quando a Krabi è circa mezzanotte e mezza. Mi aveva detto aspetto qualche ora e poi vado a fare un giro, perché in Thailandia in questo momento la temperatura sfiora i 40 gradi di giorno. Quindi è uscito in moto appena il caldo ha dato un po' di tregua ed è rimasto coinvolto nello schianto. Non so dire se a causa di altri veicoli o per una manovra autonoma. Sono stato avvisato di quello che era successo da suo figlio Antony che mi ha chiamato».

Il figlio, giovane ma già ben inserito nel settore della ristorazione a Bangkok, era partito per Venezia con l'intenzione di tastare il terreno per capire se e come avviare una sua attività in laguna. Il dramma accaduto al padre a Krabi martedì, giusto quando lui non era presente, lo ha totalmente sconvolto, spiega Sabbatini che lo conosce bene e adesso se ne sta prendendo cura anche lui. «Ha molte questioni burocratiche da dirimere. Credo l'intenzione sia quella di trasferire la salma di Stefano a Venezia, perciò anche mercoledì mattina era in ambasciata per capire i documenti necessari».

«La notizia della scomparsa di Stefano è stata un fulmine a ciel sereno - afferma Luciano Gambaro, presidente della Promovetro di Murano, da sempre legato a Tolotti suo coetaneo - Un "bravo fio", una persona a noi carissima perché mia moglie Maria Beatrice, Beba, è cresciuta con lui. Si conoscono da 50 anni in quanto le loro mamme erano amiche e li hanno tirati su assieme quando stavano in campo Santo Stefano. Abbiamo saputo martedì sera dell'incidente. Beba è affranta e dispiaciuta. Stefano a breve sarebbe tornato, dopo che per due anni a causa del Covid era mancato da Venezia. Ci si sarebbe visti come al solito per una cena, un incontro. Eravamo legati da un affetto fraterno. Per noi Stefano è sempre stato uno di famiglia».

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