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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Scoperta eccezionale per gli archeologi di Ca' Foscari a Creta, ritrovata l'armatura di un guerriero greco

L’équipe, guidata da Ilaria Caloi dell'ateneo veneziano, ha riportato alla luce durante lo scavo 2023 un’armatura depositata in un contesto non funerario

Gli archeologi dell'Università Ca' Foscari Venezia hanno fatto una scoperta eccezionale durante gli scavi nel sito archeologico di Festòs, nell’isola greca di Creta. Le ricerche dell'équipe guidata dalla prodessoressa dell'ateneo veneziano, Ilaria Caloi, sotto la direzione del professor Pietro Militello dell'Università di Catania, hanno portato alla scoperta di parti di un'armatura bronzea di guerriero, composta da un umbone di scudo e da frammenti di un elmo e forse di una cintura appartenente a un guerriero.

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Il luogo in cui è avvenuto il ritrovamento, inoltre, è molto significativo: si trova sulle pendici sud-occidentali della collina di Kastrì, la stessa su cui nel XIX sec. a.C. fu costruito il Primo Palazzo di Festòs e subito ad Ovest del sontuoso cortile occidentale del palazzo.

“L’ipotesi più accattivante, che solo la continuazione dello scavo potrà confermare - spiega Ilaria Caloi - è che l’armatura possa attribuirsi ad un eroe locale, onorato all’interno di un’area di culto o di un cenotafio, in stretta connessione con la fondazione della polis di Festòs tra l’VIII e il VII sec. a.C.” 

I dettagli del ritrovamento 

La parte di armatura in bronzo ritrovata costituisce la parte centrale dello scudo, che doveva essere in materiale deperibile, verosimilmente cuoio. Presenta un elemento conico centrale dotato di una lunga protuberanza e un disco esterno con una serie di fori attorno al bordo, che servivano probabilmente al fissaggio. Alla stessa funzione doveva servire l’anello bronzeo che sporge internamente, in corrispondenza della protuberanza centrale. Dell’elmo la parte meglio conservata sono le due paragnatidi, ossia le parti bronzee che proteggevano ciascuna delle guance scendendo fino alla mandibola. Sono decorate con elementi circolari, e dotate di forellini per il fissaggio all’elmo. Attualmente sono in fase di restauro.

“La straordinarietà del ritrovamento di Festòs – aggiunge Caloi - consiste nella peculiare deposizione delle armi all’interno di un contesto non funerario:sono state infatti ritrovate all’interno di un pithos, un enorme contenitore da derrate di quasi 120 cm di diametro massimo, e nascoste al di sotto di un coperchio in terracotta, a sua volta ricoperto da un grande frammento di vaso con motivi decorativi a forma di brocchette (oinoichoai) e spirali correnti. Il pithos che conteneva le armi è stato trovato nell’angolo nord-orientale di un grande ambiente, il Vano OO - ancora in corso di scavo - che si apriva ad est con un ingresso dotato di una enorme soglia monolitica lunga 160 cm"

È probabile che l’area in cui sono stati fatti i ritrovamenti fosse un’area dedicata al culto, ipotesi suggerita anche dalla deposizione rituale delle parti di panoplia e dalla fisionomia dell’ambiente.

Questa singolare scoperta getta luce su un periodo cruciale per il sito archeologico di Festòs, quello della fondazione della polis. Si tratta di un tassello importante per ricostruire la storia di un centro millenario: fondato nel V millennio a.C., Festòs divenne prima un palazzo minoico, alla stessa stregua di Cnosso, poi una polis greca e rimase un centro importante fino al 146 a.C., anno della sua distruzione ad opera della vicina Gortina.

Il sito archeologico di Festòs, ora candidato a sito Unesco patrimonio dell’Umanità insieme ad altri complessi palaziali minoici dell’isola, è al centro delle indagini archeologiche dell’Università Ca’ Foscari di Venezia dagli anni Novanta e continua a stupire con i suoi straordinari ritrovamenti. 

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