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Comunali 2020 Mestre Centro / Piazza Erminio Ferretto

Bersani a Mestre per le comunali: «Da Venezia un segnale forte, per il Veneto e per l'Italia»

Il leader nazionale di Articolo Uno a sostegno della «sinistra larga e plurale»

Arriva a sostenere la campagna elettorale della coalizione di centrosinistra, lunedì sera in piazza Ferretto a Mestre, il leader nazionale di Articolo Uno Pier Luigi Bersani. Spezza una lancia a favore del candidato sindaco Pier Paolo Baretta, ed elogia il simbolo della lista Verde Progressista, di cui fanno parte i candidati consiglieri, comunale e regionale, Gianluca Trabucco e Gabriele Scaramuzza, presenti al dibattito. «Sono qui - dice Bersani - per dare una mano a questa idea di una sinistra larga e plurale, non la chiamo "centrosinistra", perché vedo che dove finisce una sinistra allargata non comincia un centro, ma una destra, e le idee moderate finiscono per diventare reazionarie». Bersani dice, «la solidarietà parte dai territori. I principi universalistici - tipici della sinistra, poiché la destra è individualista - si affermano a partire da esigenze locali. Come un asilo: è una necessità che diventa esperimento, si afferma e viene sostenuta dall'idea che tutti possano accedere a un servizio così importante», lo stesso per Bersani si può dire per la salute e il principio della sanità pubblica, o per l'ambiente. Per Bersani, «mettere Venezia, che è per natura, lavoro, cultura e pluralità, in mano alla destra, equivale a farla sparire dai radar». Venezia «non può essere chiusa e provinciale, sarebbe un ossimoro».

Il programma di Pier Paolo, «può realizzarsi e trovare le risorse. Non è cosa da poco», dice Bersani e attacca il blind trust, il sistema cui il sindaco Brugnaro ha affidato la gestione dei suoi beni per non avere conflitti d'interesse per via della sua carica pubblica. «Mi fa ridere - commenta Bersani - Il trust può essere cieco, ma chi prende le decisioni ci vede bene». Dal territorio Bersani passa a riflettere sulle regioni. «I governatori sono presidenti, anche se si fanno chiamare governatori, e una regione non è un popolo. La sua funzione è connettere, riequilibrare - continua Bersani -. È un servizio, non un ponte di comando. Ci vuole - conclude sul risultato elettorale - un segnale forte da Venenezia. Lo dico per voi, si rivolge alla piazza mestrina, popolata ma non affollata, perché abbiate una amministrazione degna di questo nome e come incoraggiamento, per dare un segno di riscossa, più efficace di mille parole, per il Veneto e per l'Italia».

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