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Sempre meno residenti a Venezia: «La colpa non è di chi va via dalla città»

Guerra sui dati del calo demografico in centro storico. Bre.Ve e Azione: «Le emigrazioni verso la terraferma spopolano meno dell'invecchiamento». Bonafè e Tonon: «Attirare residenti». Scappini: «Non sono gli affitti brevi il problema»

«La città si sarebbe spopolata negli ultimi sette anni, dal 2016 al 2022, perché migliaia di persone che si sono trasferite "in terraferma", oltre il ponte della Libertà. A noi questa lettura sembra assolutamente fuorviante». La presidente dell'associazione "Bre-VE", Olimpia Scappini boccia l'interpretazione dei dati sull'andamento demografico in centro storico fatta dell'ex consigliere comunale Renzo Scarpa. «Dice che il dato di 7.713 veneziani "emigrati interni" nei sette anni è superiore a quello dei morti, che è di 5.834. Dunque se ne deduce che Venezia si spopola a causa delle persone che si trasferiscono in terraferma e non per il saldo naturale dei nati e dei morti. Non si comparano le mele con le pere - dice Scappini - Pertanto se è vero che in sette anni il centro storico di Venezia ha perso oltre 7 mila persone "emigrate interne" è anche vero che nello stesso periodo ha acquisito 5.249 "immigrati interni". Cioè mentre qualcuno andava, qualche altro veniva ad abitare nel centro storico».

«Non è colpa degli affitti brevi»

Bre-VE sostiene che in sette anni, per "movimento interno" delle persone che decidono di spostarsi, il saldo negativo risulti pari a 2.109: si sono persi 301 abitanti all'anno. «Se solo si va a guardare negli anni prima del 2016 (prima dell'Amministrazione Brugnaro) ci sono saldi negativi annuali che superano anche le 600 persone in un anno (2007-2017), vale a dire il doppio della media di questi sette anni», aggiunge la presidente dell'associazione dei proprietari di casa a Venezia o di property managers che gestiscono affitti brevi in città. «Da decenni il saldo nati-morti, a Venezia è sempre intorno e superiore alle 500 unità. Significa che ogni anno ci sono sempre più decessi e meno nati perché la popolazione invecchia e muore. Non siamo noi spopolare le città, amministrate per decenni da chi con scelte o non-scelte ha prodotto l'"inverno demografico" al quale stiamo assistendo».

«Molti vorrebbero abitare a Venezia»

Rapporto fra nascite e morti e differenza tra chi viene in città e chi va via, resta il dato della perdita di residenti spiegano Paolo Bonafè, segretario di Azione e Cecilia Tonon, consigliera comunale (Venezia è tua). La loro precisazione è che però a pesare sulla situazione sia principalmente il dato dell'invecchiamento non compensato da sufficienti nuove nascite. «Lo precisiamo non certo per difendere il sindaco Luigi Brugnaro - affermano - ma per mettere in rilievo che l’inerzia demografica nel breve periodo continuerà e sarà necessario combattere la battaglia sul piano del ripristino della composizione della popolazione, ovvero attirare residenti nuovi e giovani. I dati - proseguono - dimostrano che Venezia è in grado di attrarre residenti, nonostante i giganteschi ostacoli. Quanti altri potrebbero arrivare ove si concretizzassero le condizioni per favorirne l’ingresso? Molto si deve fare per riportare la città storica a essere un riferimento di tutta l'area urbana: cosa che sembra lontanissima dal sentire del sindaco che, anzi, esalta in ogni modo la separatezza tra le due realtà di terra e di acqua».

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