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I Pooh e la gioia di suonare a Venezia: «Le cose straordinarie hanno bisogno di tempo»

La storica band ha presentato giovedì mattina al Museo Correr il doppio live in programma il 5 e 6 luglio, con un tuffo nei ricordi legati alla città storica

Oltre 40 album all'attivo, quasi 400 brani incisi, 58 anni di carriera. Numeri che fanno impallidire anche le band più longeve. È con questo incredibile bagaglio di storia che i Pooh si apprestano, il 5 e il 6 luglio, a esibirsi in Piazza San Marco a Venezia.

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Un ritorno amarcord nel cuore nobile del centro storico lagunare quello della band, che nel 1976 festeggiò in laguna i primi dieci anni di carriera, senza però esibirsi dal vivo. Di quella celebrazione, ne ha dato un vivido ricordo, oggi in conferenza stampa al Museo Correr, il Pooh "di casa", Red Canzian: «Eravamo tra il Caffè Florian e i musei civici, e dovevamo fare la foto con la torta. Ma la torta non c'era». Così, ricorda il bassista e voce della band, «sono andato in cartoleria e ho acquistato un cartoncino colorato», arrotolato «e poi guarnito con la panna spray». Una finta torta improvvisata, che ha lasciato alla storia della musica una fotografia iconica.

È Dodi Battaglia, chitarrista e voce, a ricordare il percorso che ha portato all'organizzazione del doppio live. «Il viaggio è iniziato l'anno scorso, quando abbiamo deciso di fare un concerto a San Siro, che sarebbe dovuto essere unico», ha spiegato. I biglietti, 50mila in tutto, sono andati esauriti in un paio di giorni «e allora ci hanno chiesto di continuare - ha aggiunto -. Io personalmente sarei venuto a suonare a San Marco anche gratis».

Il concerto sarà a suo modo storico. Per la location d'eccezione e per la lunghissima carriera dei Pooh, capaci di unire tre, forse quattro generazioni di italiani. «Io qui mi sento a casa - ha spiegato Canzian -, per cui immaginate la mia gioia di poter suonare finalmente a Venezia». Nel percorso della band, scandito da soddisfazioni e successi, «questi concerti affiancheranno la vittoria del Festival di Sanremo e la prima volta che siamo entrati in classifica tra i momenti indimenticabili della nostra carriera», ha aggiunto Battaglia.

E a chi chiede il perché un concerto a Venezia abbia tardato così tanto ad arrivare, risponde Roby Facchinetti: «Le cose straordinarie hanno bisogno di tempo e arrivano al momento giusto. Oggi, per la nostra carriera e avventura, fare quest'anno questi due concerti a Venezia è perfetto, magari vent'anni fa non sarebbe stata la stessa cosa».

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