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Economia

Affitti brevi, organizzazioni delle locazioni turistiche: «No all'emendamento Pellicani»

Il documento redatto da 13 associazioni rappresentative della categoria. «Semplificazione e omogeneità. Via le differenze da regione a regione, verso un codice identificativo europeo. No al Comune che decide sulle proprietà: norma incostituzionale»

Affitti brevi: 13 organizzazioni rappresentative delle locazioni turistiche si sono espresse in un documento in seguito all’incontro del 23 marzo al ministero del Turismo. Tra le associazioni in prima linea anche quelle veneziane, che condividono le richieste avanzate da altre città come Firenze, Bologna e Roma. «Non c'è bisogno di ulteriore regolamentazione, ma di una sistemazione di quella in essere», affermano Confedilizia, Fiaip, Confassociazioni Real estate, Property managers Italia, Prolocatur, Aigab, Rescasa Lombardia, Breve, Myguestfriend, Host+host, Abbav e Fare.

Il caso Venezia

«Città assurta a simbolo della “lotta” agli affitti brevi - scrivono le categorie - La semplice analisi dei dati (disponibili sul sito del Comune: https:// www.comune.venezia.it/it/content/serie-storiche) permette di verificare che il centro storico del capoluogo veneto perde un migliaio di abitanti ogni anno dal 1981 (primo anno di rilevazione disponibile, comunque di molto antecedente allo sbarco in Italia di Airbnb, che opera nel nostro Paese da meno di una decina d’anni), ma è noto che la diminuzione è in atto addirittura dal 1951». 

Omogeneizzazione

In pratica le organizzazioni degli affitti turistici brevi chiedono semplificazione e omogeneizzazione delle regole. «Ci sia un unico adempimento a carico del proprietario che decida di locare per un periodo inferiore ai trenta giorni (o al gestore professionale del suo immobile): una comunicazione telematica alla Questura - affermano - Partendo dall’assunto che una locazione, ancorché breve, è sempre una locazione, che la proprietà privata è da tutelare e che il sostegno all’economia familiare è sempre fondamentale, è necessario uniformare le normative regionali che coinvolgono le locazioni brevi, troppo spesso differenti tra loro nel trattare la stessa materia»

Un allineamento anche in territori differenti, spiegano le associazioni, «a beneficio delle moderne esigenze del fruitore e che favorisca, per le istituzioni dedicate, una tempestività nei controlli, assicurando, trasversalmente, trasparenza e legalità a tutela della collettività e nell’interesse dell’intero sistema Paese».

Regolamento europeo

In questi giorni è in discussione in Senato una proposta di un Regolamento europeo con la finalità, tramite una piattaforma (Banca dati europea), di uniformare e armonizzare la richiesta dei dati e delle informazioni sulle locazioni brevi dei vari Stati membri, associando a ogni immobile locato un unico codice identificativo o numero di registrazione. «Anche questa ipotesi va tenuta in considerazione - scrivono le attività - per esigenza di semplificazione e riordino normativo».

Abrogare l'emendamento Pellicani

Le organizzazioni propongono infine di abrogare la disposizione, introdotta nel 2022 attraverso l'“emendamento Pellicani” «Attribuisce al Comune di Venezia il potere di stabilire – peraltro, con riferimento alle sole persone fisiche – se, come e quando un proprietario possa esercitare il diritto di locare il proprio immobile. Si tratta di una disposizione che rompe l'omogeneità delle norme sul territorio nazionale e di assai dubbia costituzionalità - affermano - gravemente lesiva del diritto di proprietà e, comunque, neanche potenzialmente capace di raggiungere lo scopo indicato nella sua premessa, cioè favorire l'incremento dell'offerta di alloggi in locazione per uso residenziale di lunga durata, e la residenzialità nel centro storico. Una disposizione - concludono - i cui problematici contenuti stanno determinandone la mancata attuazione da parte del Comune di Venezia».

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