"Dentro e Fuori. Intimi sguardi sulla Galassia Mondo", un'esposizione d'arte 'diversa'
"Dentro e Fuori. Intimi sguardi sulla Galassia Mondo" e? un'esposizione d’arte diversa. Diversa per la sede: una residenza per anziani, il centro Servizi San Lorenzo nel centro storico di Venezia, rimasta isolata, come tutte le strutture di questo tipo, per piu? di due anni. Per gli artisti: una donna e un uomo, apparentemente con due ruoli profondamente distinti, una curata Anna Maria Bellot e un curante, il dottor Ermanno Moro, due facce della stessa realta?, due vissuti che si intrecciano nell’esperienza di un dentro la residenza in relazione costante con un fuori che perturba ed affascina al tempo stesso. Per il curatore: Michele Penzo, psicologo e psicoterapeuta che si e? messo in gioco con un progetto di cura diverso, inclusivo e aperto alla citta?, che e? stato fortemente supportato dalla Direzione della Residenza che fa parte di I.P.A.V. (Istituzioni Pubbliche di Assistenza Veneziane), proprio per segnare un momento di svolta dopo il periodo buio della Pandemia.
«Ad un primo sguardo salute e malattia possono spesso apparirci come contrapposte, la presenza dell’una esclude per contrasto l’altra. Nell’esperienza umana che ogni giorno facciamo con i pazienti tuttavia tali confini sembrano sfumare fino a perdere la loro solidita? – ha raccontato Penzo –. L’individuo che si accinge ad entrare presso la nostra residenza lo fa per svariati motivi, nel varcare le mura del palazzo viene calato in una nuova dimensione; la rivoluzione e? totale; cambia il tempo e lo spazio delle cose, la familiarita? dello spazio viene meno, la distanza tra la persona ed il mondo nel quale era abituato a vivere aumenta piu? o meno improvvisamente. In sintesi il cambiamento risulta inatteso e radicale; andando a designare dolorosamente un prima ed un dopo essere entrati nella residenza, un prima ed un dopo essersi riscoperti non piu? autosufficienti. L’espressione artistica, fin dalla notte dei tempi, ha rappresentato nelle varie culture e societa? dall’antichita? ai giorni nostri lo strumento eletto d’espressione di un’esperienza del mondo che si sedimenta gradualmente ma inesorabilmente dentro di noi. Essa e? un peculiare ponte che collega il dentro ed il fuori, il vicino ed il lontano, il passato ed il presente. I nostri artisti esposti si sono fatti filtro di una realta? che con la sua complessita? appare sfuggente a tratti incomprensibile. L’aspetto peculiare e la ricchezza del capitale umano proposto nel progetto si concretizza nell’affiancare due sguardi sul mondo che muovono i propri passi da prospettive diverse accomunati dalla necessita? d’esprimere cio? che dentro non trova una propria semantica».
Da tali premesse e? nata l’idea di esporre le opere dei due artisti che da vertici prospettici differenti osservano da anni il mondo che li circonda attraverso le esperienze della loro esistenza. La mostra di opere a parete con tecnica mista avra? luogo nella sala ricreativa dove gli ospiti della struttura si incontrano giocano e condividono le ore della giornata. Questa sala ha anche una porta, una via di fuga, che si apre sul campiello antistante e quella soglia permettera? l’ingresso della cittadinanza, il “Dentro e Fuori” del titolo.
Lungo le pareti il visitatore trovera? i due percorsi degli artisti, contrassegnati da due colori diversi che si intrecciano tra loro per raccontare il vissuto del medico e quello della paziente. Allo spettatore che entra in mostra verranno consegnate le schede dei due percorsi, ausili fondamentali per capire l’opera e il messaggio che l’esposizione consegna al cittadino che sta fuori. I materiali saranno disponibili anche in lingua inglese.
«Per esaltare il colore infatti utilizzo pigmenti intensi mescolati ad altre sostanze cosi? da risultare indelebili e resistenti all’acqua – ha spiegato l'artista Anna Maria Bellot –. Inoltre la base preferita su cui dipingere e? la seta che esalta i colori che intendo utilizzare. Un’altra tecnica che prediligo e? l’acquerello in virtu? delle trasparenze e sfumature che offre. Da sempre amo il colore perche? trasmette le mie emozioni; ogni pennellata dal blu, al rosso, al giallo rappresenta per me un tocco di magia; delicato forte o sensibile questo e? il mio mezzo per esprimere cio? che ho dentro».
«Tutto mi e? diventato, o forse sarebbe meglio dire mi e? tornato chiaro, quando due anni fa ho fatto, quasi per caso il mio ingresso, come medico in una casa di riposo – racconta il dottor Ermanno Moro –. A differenza che nella corsia d’ospedale dove il rapporto medico-paziente e? di breve durata, e spesso impersonale, nella casa di riposo ho ritrovato quel legame con i pazienti che avevo provato durante il periodo in cui ero stato un medico di famiglia. Un medico al quale ci si affida interamente: anima e corpo. Al tempo stesso avevo ritrovato quel rapporto con la malattia cronica, quelle malattie dalle quali non si guarisce se non con la morte. Ed e? proprio questo legame con la morte che, segna la fine della vita, anche se dovuta solo all’eta?, a chiedere l’instaurarsi di un rapporto umano non solo con corpo ma soprattutto con lo spirito. Ben presto quello che sembrava un solo dare, la cura al paziente, si e? trasformato in un dare e avere. In uno scambio reciproco di aiuto. Non ero solo io a dare, come puo? accadere in una corsia d’ospedale, ma anche a ricevere».