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Sostenibilità, Venezia è decima ma in Veneto regna l'immobilismo

Dalla ventunesima edizione del rapporto di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani, emergono poche "buone" novità per la regione. Progressi in laguna che è sulla strada giusta

Passano gli anni e poco cambia dal punto di vista ambientale in Veneto. Inquinamento atmosferico a livelli d’emergenza e tasso di motorizzazione sempre in crescita. Nelle città italiane continua a tirare la stessa aria, non proprio ottima a quanto pare o almento questo è il quadro che emerge dalla ventunesima edizione di Ecosistema Urbano, il rapporto di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani, realizzato in collaborazione con l'Istituto di Ricerche Ambiente Italia e Sole 24 Ore e presentato oggi a Torino.

FONTI RINNOVABILI ED ECOSOSTENIBILITA': COME CAMBIA PORTO MARGHERA
 
LA CLASSIFICA IN VENETO. In Veneto la città più virtuosa è Belluno, conseguenza del secondo posto a livello nazionale (dietro solo alla piemontese Verbania): buoni risultati negli indici legati all’inquinamento atmosferico, ai rifiuti e a parte della mobilità. Qualche difficoltà in più emerge invece nelle perdite idriche di rete (in peggioramento assieme ai percorsi ciclabili disponibili), nel numero di automobili circolanti e nella produzione di energia rinnovabile. Maglia nera, invece, a Vicenza, Padova e Verona che chiude ultima. Chi sembra aver impiegato più sforzi nel miglioramento della propria città, sono le amministrazioni di Venezia e Treviso, le quali hanno compiuto dei progressi per ciò che concerne la gestione dell’acqua e i dei rifiuti urbani, dove cioè l’esigenza più lo richiedeva. Oltre a questo, il capoluogo della Marca segna trend negativi nei consumi elettrici e nel tasso di incidentalità stradale, mentre Venezia resta ferma sul campo “mobilità” presentando, per motivi legati al contesto ambientale e geografico, valori soddisfacenti.

PARAMETRI. Da 26 parametri si è scesi a 18 e il set di indicatori è composto ora da tre indici sulla qualità dell’aria, tre indici sulla gestione delle acque, due sui rifiuti, due sul trasporto pubblico, cinque sulla mobilità, uno sull’incidentalità stradale e due sull’energia. Inoltre, la mancata risposta da parte delle Amministrazioni riguardo ai dati è stata sanzionata con un punteggio negativo (“malus”). Rispetto ai dati dell’anno scorso solamente nel campo della produzione pro capite di rifiuti si è avuto un miglioramento diffuso: “un buon risultato – commenta Lazzaro – dovuto, però, non certo a politiche di riduzione o ad attività di educazione e sensibilizzazione, ma soprattutto alla contrazione dei consumi dovuta alla crisi economica attuale”.

L'AMARO COMMENTO DI LEGAMBIENTE. Luigi Lazzaro, Presidente di Legambiente Veneto sottolinea amaro: “Si parla di innovazione, modernizzazione, smart cities. Solo parole vuote nella bocca di amministratori locali e regionali: tra i decisori politici dei nostri Comuni capoluogo manca non solo la volontà di elaborare una strategia positiva di trasformazione dell’ecosistema urbano, ma è completamente assente la capacità di immaginare il traguardo, il punto d’arrivo verso cui tendere, sia nel breve che nel lungo o lunghissimo periodo. In assenza di obiettivi chiari e ambiziosi le nostre città non andranno da nessuna parte, schiacciate come sono da logiche parziali e settoriali, a compartimenti stagni”.

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