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Lunedì, 29 Aprile 2024
Scuola

«Non me lo posso permettere». Ritorno a scuola tra caro libri e costo trasporti

Gli studenti delle superiori aprono l'anno con cartelli e striscioni. «1.300 euro per mandare un figlio a scuola: il diritto allo studio è solo su carta. Tagli pure al supporto psicologico per gli studenti»

Costi scolastici che aumentano, sostegni al benessere degli studenti che calano. Gli studenti delle superiori che mercoledì hanno aperto l'anno scolastico nel Veneziano con una mobilitazione lo stanno vivendo così il ritorno sui banchi. Striscioni con la scritta "Non me lo posso permettere" sono apparsi fuori dal Foscarini, dal Benedetti, dall'Algarotti e dal Marco Polo. «Stiamo chiedendo - spiega Giorgia Piccoli, portavoce della mobilitazione - una scuola alla portata di tutti, come da Costituzione, che si prenda a carico la formazione di ogni studente. Il continuo e irrefrenabile aumento dei prezzi e del costo della vita si ripercuote sul diritto allo studio ed è perciò un problema di cui il governo si deve fare carico. Il caro libri e il caro trasporti costano all'anno in media a ogni famiglia 1.300 euro per ogni figlio da mandare a scuola e non è per niente alla portata di tutti».

Per gli studenti chi è a capo dell'istruzione nel Paese dovrebbe risolvere il problema del caro studi. «Crescono i prezzi degli abbonamenti dei mezzi (essendo il bonus trasporti senza risorse), cala la qualità, i testi scolastici sono da riacquistare ogni anno nuovi perché le case editrici pubblicano edizioni con piccole modifiche ogni volta e obbligano alla spesa, sebbene esistano i mercatini di libri usati - spiega Anna Giacon, coordinatrice Rete studenti medi Venezia Mestre - Tutto questo si ripercuote su ragazzi e famiglie. La nostra priorità è garantire a tutti l'accesso alla scuola e continueremo a lottare per questo». C'è poi la qualità del supporto psicologico alla popolazione scolastica, fanno notare i manifestanti, che è andata calando. Il servizio è insufficiente a prendere in carico le situazioni, affermano, mentre l'ansia sociale anche fra le persone più giovani è un disagio che aumenta. I ragazzi hanno paura di uscire, scontano ancora gli squilibri causati dall'emergenza Covid sull'aggregazione e le dinamiche relazionali, fra loro e con gli adulti. «Un solo professionista per qualche ora non è un supporto concreto e non tutti possono permettersi uno psicologo nel privato», dice Giorgia.


 

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