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Lunedì, 29 Aprile 2024
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La storia della pala d'oro della basilica di San Marco

Curiosità, storia e leggende su uno dei simboli più importanti della Basilica di San Marco

La pala d'oro è uno dei simboli più importanti della Basilica di San Marco. Preziosissima, affascinante, un vero e proprio gioiello artistico, storico e culturale conservato ancora oggi all'interno del luogo di culto dedicato al santo patrono della città, San Marco. Composta in oro, argento, smalti e pietre preziose, la pala d'oro della Basilica di San Marco è un oggetto pregiatissimo e antichissimo composto da smalti bizantini risalenti perfino alla metà del XII secolo. Realizzata con la tecnica cloisonné - detta anche lustro di Bisanzio, cioè una tecnica decorativa che prevede la saldatura di piccoli fili metallici a una lastra di supporto e, successivamente, l'inserimento di una colata di smalto con il fine di ottenere un mosaico con tessere circondate da strisce metalliche - la pala d'oro di San Marco è il simbolo di un'arte antica virtuosissima ed è considerata una delle più grandiose opere di oreficeria del passato realizzata appositamente per la Basilica di San Marco nel X secolo per poi essere continuamente arricchita fino al XIV secolo. 

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Le tre fasi in cui fu costruita la pala d'oro

Sono tre le fasi che costituiscono la storia della costruzione della pala d'oro di San Marco. La prima è associata al doge Ordelaffo Faller al quale si deve la realizzazione della parte inferiore della pala, voluta proprio da lui nel 1105. La seconda fase è quella che va dal dopo 1204 in poi e vede la costruzione del fregio della parte superiore. Poi ci fu un terzo intervento tra i 1343 3 il 1345, sotto il doge Dandolo, che diede, a due orefici veneziani, il compito di realizzare le cornici dell'opera e aggiungere le 1927 pietre preziose e gemme.

L'inganno che salvò la pala d'oro dalle razzie di Napoleone

La pala d'oro della Basilica fa parte di quelle opere che si sono salvate, secondo la leggenda, dalle razzie di Napoleone. E, a fare in moo che quest'oggetto preziosissimo rimase a Venezia sarebbe stato un vero e proprio inganno di tipo linguistico. Infatti, si narra che usando la parola "vero" che in dialetto veneziano significa "vetro" venne detto a Napoleone che la pala era "tutta solo vetro" (xe tutto vero), facendogli credere che non avesse alcun valore. 

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