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Sciopero per il clima, manifestazione a Mestre

Una giornata di mobilitazione di Fridays for Future sui temi del cambiamento climatico, del transfemminismo e dell'istruzione. Il corteo ha impegnato provvisoriamente la strada

Si è svolto venerdì mattina a Mestre un nuovo sciopero per il clima del movimento ambientalista Fridays for Future, nato sulla scia delle iniziative di protesta di Greta Thunberg. Sono soprattutto i giovani a prendersi la piazza, con un'azione andata in scena in contemporanea in varie città d'Italia: manifestazioni per chiedere alle istituzioni di contrastare in modo deciso le emissioni di gas serra e il riscaldamento globale, ma anche di occuparsi dei temi dell'inclusione, dei migranti e dell'istruzione.

I manifestanti si sono radunati a piazzale Cialdini a partire dalle 9, quindi si sono mossi attraverso le vie del centro toccando il mercato, il palazzo ex Telecom, la biblioteca Vez, piazzale Donatori di sangue. Il corteo ha brevemente occupato via Carducci, causando dei disagi al traffico. Con striscioni e proclami al microfono hanno ribadito le questioni che ritengono più importanti: «Crediamo in un modello di città sostenibile, sia sul piano ambientale che su quello sociale - spiega Valentina, in rappresentanza del movimento locale Fridays for Future - per questo abbiamo partecipato anche alla recente manifestazione di via Piave, dove abbiamo chiesto servizi per la comunità, e non repressione. Il palazzo abbandonato dell'ex Telecom è un altro esempio di come vanno le cose. Uno dei buchi neri di Mestre, ultimo rifugio per persone marginalizzate, dove la risposta è sempre la stessa: sgomberare».

Gli interventi, da parte di rappresentanti del Coordinamento studenti medi e del collettivo Lisc, si sono concentrati sui problemi della scuola e dell'istruzione: anche in questi ambienti «assistiamo a politiche discriminatorie, non si parla di educazione ambientale e di inclusività ma solo di merito e di umiliazione». È stato anche esposto uno striscione in ricordo delle vittime del naufragio a Cutro: «Lo ricorderemo come un episodio simbolo di una situazione inaccettabile, l'ennesima strage di innocenti che si erano spostati dai loro territori per cercare una vita migliore. Contro le dichiarazioni del ministro Piantedosi, che scarica le responsabilità dicendo che quei migranti "non dovevano partire"». E poi l'inquinamento dell'aria e della città, che «potrà solo peggiorare con la prevista attivazione di nuovi inceneritori».

La giornata prosegue al laboratorio Pandora, negli spazi occupati dell'ex Cup dell'ospedale Umberto I. Si discute della connessione tra la lotta climatica e quella transfemminista, in vista della prossima manifestazione: l'8 marzo, stavolta a Venezia, a partire da campo Santa Margherita.

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