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L'impero di "Luca" Pan finisce sotto sequestro per la seconda volta

Immobili, negozi, centri massaggi e appartamenti per venti milioni di euro in via Piave e nel centro mestrino. Sfruttata la normativa antimafia

L'impero di "Luca" Pan finisce sotto sequestro per la seconda volta. Stavolta, però, sfruttando la legislazione antimafia, con l'obiettivo di evitare che terzi aderenti a un clan rientrino in possesso di negozi o appartamenti appartenuti al boss. L'impero della "re di via Piave", come era chiamato, ammonterebbe a circa 20 milioni di euro tra bar, abitazioni, centri massaggi, un albergo, esercizi commerciali.

CLANDESTINI E PROSTITUTE, L'IMPERO DEL RE DI VIA PIAVE

Tutto già requisito al termine dell'operazione (grazie a un finanziere che per un anno visse sotto copertura e riuscì a conquistare la fiducia di "Luca") che portò in manette il presunto boss cinese della zona. Secondo gli inquirenti Pan fece la fortuna attraverso lo sfruttamento dell'immigrazione clandestina e la prostituzione.

Gli introiti poi venivano reinvestiti in attività commerciali. Un impero nel pieno centro di Mestre, su cui ora il Comune mira di spostare alcune associazioni del territorio, in modo da posizionarle "in prima linea" in una delle zone più difficili della terraferma veneziana. L'applicazione della normativa antimafia ha permesso di arrivare in tempi brevi ai sequestri, presupponendo che tutto ciò che non veniva dichiarato dal boss cinese fosse frutto di attività illegali.

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