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Aggredita e strattonata finisce ricoverata all'ospedale

Una sessantenne mestrina assalita in pieno centro mercoledì. Afferrata per lo zaino e spinta cade a terra e si frattura una spalla. Ferita, torna a casa in bus e poi l'accompagnano all'Angelo: trattenuta per un intervento

È finita all'ospedale. Strattonata e scaraventata a terra durante un tentativo di rapina, una signora sessantenne di Mestre si è fratturata una spalla ed è stata ricoverata mercoledì sera all'Angelo. Verso le 17.15 camminava in via Circonvallazione, dopo essere uscita dall'ufficio e all'improvviso si è sentita afferrare per lo zaino che aveva sulle spalle e strattonare con violenza da un uomo che tentava di strapparglielo. Nessuno attorno a lei. Terrorizzata, ha solo cercato di opporre resistenza con tutta la sua forza sperando di riuscire a liberarsi dalla presa. Dopo un po' l'uomo che l'aveva bloccata ha desistito, forse per essersi accorto che qualcuno li guardava, ha mollato di colpo la presa, facendo balzare in avanti la donna che, con tutto il suo peso, è caduta di faccia battendo testa e naso con violenza sull'asfalto.

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Aiutata da un passante si è rimessa in piedi e ha deciso comunque di prendere l'autobus per tornare prima possibile a casa, dove ad attenderla c'era la figlia che l'ha portata al Pronto soccorso. In base alla diagnosi, i medici hanno deciso di ricoverarla e ora a parte il volto tumefatto, le botte e i dolori alla spalla e dappertutto, è sotto choc, racconta la figlia, ma avverte soprattutto un gran senso di vuoto perché a parte il signore che l'ha subito aiutata, sull'autobus nessuno le ha chiesto se avesse bisogno di qualcosa. «Quando ho chiamato l'Actv stamattina, chiedendo informazioni sul numero del bus, mi hanno spiegato che comunque non sarebbe stato possibile fermare la corsa e interrompere il servizio pubblico», dice la figlia che ha voluto denunciare l'accaduto. «Quando starà meglio andremo a fare la denuncia», spiega, raccontando che in tanti anni di lavoro in centro a Mestre mai la mamma si sarebbe potuta aspettare un'aggressione simile. E adesso, se vorrà che giustizia sia fatta, dovra sporgere denuncia-querela, rivolgendosi a un avvocato, come la legge prevede, anche se spaventata e in stato di choc, durante l'aggressione non ha neppure visto bene in faccia l'assalitore, anche perché a quell'ora ormai cala il buio. Una violenza in pieno centro, durante il pomeriggio, nel consueto tragitto fra lavoro e casa di una donna, in un momento in cui in zona l'attenzione delle forze dell'ordine è massima.

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