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Esenzioni, bonus scolastici, carnet mensa: chi controlla?

Dichiarazioni presentate al settore educativo o sociale non veritiere? Romor: «Al vaglio delle fiamme gialle gli Isee a zero, altri a campione, più eventuali situazioni dubbie»

Esenzioni, carnet mensa e bonus richiesti ai settori educativo e sociale del Comune per ottenere agevolazioni. Per sapere se la domanda andrà o meno a buon fine, distinguere se a presentarla sia stato un cittadino italiano o uno straniero non serve: basta sapere cosa dichiarare. Ma i redditi sono veri o falsi? «C'è una stabile collaborazione tra uffici comunali e guardia di finanza, regolata da un protocollo - spiega l'assessore all'Istruzione del Comune di Venezia, Paolo Romor - l'amministrazione invia alla guardia di finanza tutti gli Isee a zero, più altri a campione, più eventuali situazioni che appaiono dubbie».

Dichiarazioni

Stando a indiscrezioni, però, Caf e patronati spesso non avrebbero gli strumenti per verificare a monte le dichiarazioni dei cittadini. Basti pensare al caso delle famiglie allargate. Ci sono genitori che contribuiscono, magari dopo una separazione, ma vengono omessi nella dichiarazione dello stato di famiglia. Un patronato non ha la possibilità di accedere all'anagrafe e comunque non è tenuto a farlo di fronte alla certificazione. Di fatto elementi importanti per l'erogazione di benefici pubblici, possono venir omessi. Molto difficile che sia poi l'Inps a recuperare i dati mancanti. 

Settore educativo

In questo caso l'amministrazione riceve l'Isee di una famiglia che chiede l'esenzione dalla retta dell'asilo nido o scuola materna, o che chiede il carnet di buoni pasto per le mense scolastiche. Se non si ritengono necessari ulteriori approfondimenti all’anagrafe tributaria, questi non vengono fatti. L'Inps impiega circa una settimana, da quando riceve la richiesta dal Caf, a fornire al cittadino l'Isee. Un periodo che sarebbe troppo breve per gli approfondimenti del caso.

Isee a zero

Con questo certificato il cittadino dichiara di non possedere nulla. Ci sarebbero molte dichiarazioni di questo tipo presentate al Comune di Venezia. Più numerose in questo momento quelle degli stranieri, sempre stando alle indiscrezioni, probabilmente perché i guadagni spesso non sono certificati da regolari contratti di lavoro, quindi possono rientrare in soglie bassissime, mentre in generale sono più numerosi i cittadini italiani che superano i 6 mila euro netti di reddito annuo.

Rei

Per il reddito di inclusione, Rei, viene controllato anche il patrimonio immobiliare e dei titoli di chi fa richiesta e in generale i controlli sono più approfonditi e circostanziati, e fanno capo direttamente all'Inps che esamina le richieste, in ambito nazionale. Molte di queste, nel Comune di Venezia, sono state respinte.

Assegni di maternità

È necessario presentare un'Isee inferiore a 17 mila euro netti circa, l'Inps eroga 1700 euro per ogni figlio, mentre per i nuclei famigliari con due figli, al terzo figlio, sempre in relazione a un Isee inferiore a 8600 euro netti circa, c'è la possibilità di ricevere dall'Inps un contributo, e l'Isee è l'unico parametro ad essere valutato, non viene chiesto niente in merito al patrimonio. 

Il problema dei controlli

Il problema risiederebbe a monte. Nei Caf e patronati dai quali partono le richieste dell'Isee non ci sarebbe la possibilità di accedere agli strumenti per una prima selezione, e gli Isee, che contengono in parte autodichiarazioni possono non rispecchiare la situazione, indipendentemente da chi li presenta. Gli operatori comunali non possono andare oltre. Mancherebbe un canale diretto con la questura per il controllo dei permessi di soggiorno presentati in forma di fotocopia: a volte non si vedono bene le foto, sono fogli macchiati, copie stropicciate, ma vengono accettati. Un percorso arduo dal quale molte situazioni dubbie avrebbero la possibilità di sfuggire.

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