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Ipotesi messa al bando delle caldaie a gas, Confartigianato: «Potrebbe rappresentare un problema per Venezia»

I recenti orientamenti della comunità europea sul fronte dell'efficentamento energetico destano preoccupazione per la città lagunare, visti i vincoli esistenti

«La manutenzione della caldaia è importante non solo per la sicurezza e l'abbattimento degli inquinanti, che oltre certi limiti, soprattutto nella stagione invernale portano poi ai blocchi del traffico e altri provvedimenti, ma soprattutto per il risparmio in bolletta». L'appello al rispetto delle normative di verifica degli impianti temici e per mantenere ottimali i consumi degli impianti arriva dal presidente della Federazione Impianti e vicepresidente della Confartigianato San Lio Massimiliano Rasa.

Manutenzione sottovalutata

«Purtroppo il fondamentale aspetto delle regolari manutenzioni viene spesso sottovalutato perché non facendole o diradandole si pensa di risparmiare, ma non è vero. Una scarsa manutenzione oltre ad accorciare e non di poco la vita della caldaia stessa, genera un'inefficienza termica che come risultato porta a bollette stratosferiche, visto soprattutto il prezzo attuale del gas». Manutenzione fa rima quindi con attenzione, è il messaggio di Rasa, ma sul fronte caldaie nel lungo orizzonte non c'è in ballo solo una questione d'efficienza; i recenti orientamenti della comunità europea sul fronte dell'efficentamento energetico parlano infatti della progressiva messa al bando delle caldaie a gas, che dovrebbe partire gradualmente dal 2025 fino ad arrivare al 2029 con la definitiva messa al bando dei dispositivi a gas. «Questa ipotesi, se dovesse diventare legge per Venezia Centro Storico sarà un grande problema. Le attuali tecnologie sostitutive, come ad esempio le pompe di calore o lo sviluppo dei pannelli fotovoltaici o gli impianti solari per scaldare l'acqua in una città storica giustamente tutelata come Venezia rappresentano un grande problema visti i vincoli esistenti». Per questo Rasa auspica che ci si inizi ad organizzare per poter gestire al meglio questi obblighi se dovessero diventare vincolo normativo.

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«La burocrazia e i vincoli che mette in essere la Sovrintendenza per tutelare giustamente il prezioso patrimonio residenziale veneziano sono strettissimi, e oggi come oggi la conversione di un impianto a gas con altre tecnologie è complicatissima, un vero e proprio dedalo tra carte, autorizzazioni necessarie e vincoli da rispettare. Per questo motivo sarebbe il caso – secondo Rasa – di cominciare ad organizzarsi, istituendo un tavolo tra associazioni datoriali, amministrazione pubblica, tecnici impiantisti e la stessa Sovrintendenza per sviluppare protocolli operativi che semplifichino le procedure snellendo iter e vincoli. «Un preparare il terreno normativo cittadino per poi accelerare questa conversione ed iniziare da subito con la diffusione di nuove tecnologie, che seppur molto più efficienti necessitano di importanti lavori d'installazione. E questa - conclude Rasa – non è una questione di poco conto. Oggi in alcuni casi installare un semplice impianto di condizionamento con unità esterna a volte è un'operazione impossibile. Non vorremmo trovarci nella stessa situazione quando scatterà, se scatterà, l'obbligo europeo dello stop alle caldaie a gas e della loro rottamazione con altre tecnologie».

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