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Il gesuita Umberto Libralato festeggia i 50 anni di sacerdozio con il cuore in Burkina Faso

Noalese, dal 2000 ha iniziato a girare il mondo, impegnato in missioni di aiuto alle popolazioni locali. Il 26 giugno è in programma un incontro con la cittadinanza

Era il 26 giugno 1971 quando il noalese Umberto Libralato veniva ordinato sacerdote nella basilica di Santa Giustina a Padova. Sono trascorsi 50 anni da allora, e il padre gesuita, oggi 79enne, festeggia la ricorrenza insieme alla comunità di Noale con un incontro programmato per sabato 26 giugno, alla sera, in sala San Giorgio: ci saranno la sindaca Patrizia Andreotti, il parroco don Antonio Mensi e il vescovo Alessio Saccardo, i quali porgeranno un loro saluto dopo la proiezione di alcune diapositive che fissano la frenetica attività pastorale e missionaria del sacerdote.

Padre Umberto Libralato ha retto per un lungo periodo la parrocchia di frontiera dei Bassi a Firenze, affidata ai Gesuiti: sono anni difficili (1976-1993) in cui la chiesa parrocchiale è ospitata all’interno di due baracche scartate al tempo dell’alluvione e utilizzate per tutte le attività parrocchiali oltre che come servizio sanitario gestito da due suore della Carità. «D’estate - ricorda padre Umberto - all’interno faceva troppo caldo e così le messe e le iniziative si svolgevano sul prato. Finalmente si decise di realizzare una nuova chiesa, costruita grazie alle donazioni raccolte frutto di tanti gesti di generosità che permisero nel 1982 al vescovo di Firenze, il cardinal Piovanelli, di consacrare il nuovo edificio».

Nel 2000 i Gesuiti decidono di dar vita alla loro Ong missionaria, denominata Magis, affidandosi a padre Umberto come responsabile. Inizia così un lungo peregrinare nel mondo, nei tanti luoghi dove sono presenti sacerdoti gesuiti: Brasile, Bolivia, Argentina, in molte nazioni dell’Africa ma soprattutto Burkina Faso. Di recente, dopo aver terminato il servizio al Magis, ha assunto la presidenza di una nuova Onlus, chiamata ABCD, riconosciuta dal governo locale. «Ci occupiamo - spiega padre Umberto - di istruzione con scuole di base fino al liceo, di emancipazione femminile con microprogetti per rendere le donne protagoniste nella famiglia. L’acqua è sempre in testa alle nostre iniziative, con pozzi, barrages di conservazione, irrigazione. Avviando a professioni come falegnameria, meccanica, sartoria, stimolando l’innovazione in agricoltura, contiamo di mettere le basi per una vita dignitosa in loco creando opportunità di lavoro e reddito».

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