"Una pagana felicità": le opere di Massimo Campigli e i reperti etruschi in mostra a Venezia
Sono 35 le opere di Massimo Campigli in mostra dal 22 maggio al 30 settembre presso ACP - Palazzo Franchetti a Venezia: un’esposizione che vuole proporsi come un vero dialogo tra le opere del maestro e gli esempi del passato da cui trasse una così forte ispirazione. Ad affiancarsi alla produzione di Campigli sono infatti una cinquantina di reperti della civiltà etrusca, molti dei quali inediti ed esposti qui per la prima volta, individuati dalla soprintendente Margherita Eichberg assieme agli studiosi del Comitato Scientifico Leonardo Bochicchio, Simona Carosi, Daniele Federico Maras, Rossella Zaccagnini. L'esposizione ha potuto inoltre contare sul prezioso apporto scientifico della storica dell’arte Martina Corgnati, curatrice della mostra.
È un dialogo profondo quello che si instaura nelle sale del piano nobile di ACP – Palazzo Franchetti: le composizioni volutamente arcaicizzanti di Campigli, ben rappresentate in mostra con dipinti che spaziano dal 1928 al 1966, ritrovano le origini della loro ispirazione più profonda nei reperti etruschi esposti, con i quali si instaura una naturale condivisione di atmosfere, segni e colori. Sono diverse le sezioni della mostra che permettono di ammirare la ricchezza tipologica dei reperti in mostra: la prima è dedicata alla figura umana; la seconda agli animali e la terza rappresenta invece forme e geometrie.
Molti dei reperti sono assolutamente inediti e provengono da importanti operazioni di recupero di materiale archeologico e da rinomati musei internazionali. Attraverso il richiamo di queste formule espressive appartenenti a una gloriosa civiltà passata, l'arte di Campigli rivela una profonda originalità proprio nella coesistenza tra antichi splendori e attualità, immergendo il visitatore in una dimensione dove il tempo sembra fermarsi o scorrere tranquillo in una quiete imperturbabile.