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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Crisi energetica, Azione chiede di rompere gli indugi: «Avanti con il nucleare»

Garbin: «Le rinnovabili non coprono il fabbisogno nel medio termine». Legambiente: «Gli incidenti a Chernobyl e Fukushima siano da monito». Cingolani: «Fusione nucleare è la soluzione di tutto. Ma siamo in fase di studio»

Rigassificatori, Tap (il gasdotto Trans Adriatic pipeline che porta il gas dall'Azerbaijan fino alla Puglia), ricerca dei giacimenti di gas in Adriatico, termovalorizzatori e nucleare di terza generazione. È il partito di Carlo Calenda, Azione, con il segretario regionale Marco Garbin a rimettere sul tavolo, in piena crisi energetica, alcune alternative per uscire dalla dipendenza da fonti esterne. 

Alternative per l'indipendenza energetica

«La guerra, giorno dopo giorno, sta generando molte preoccupazioni nelle famiglie, nei giovani, nelle imprese. I prezzi di beni, materie prime e risorse fondamentali salgono vertiginosamente alimentando inflazione e timori. L’aumento sconsiderato dei carburanti e del gas, svincolato dai recenti eventi bellici, ha portato a gennaio 2022 a un aumento del 60% rispetto a gennaio 2021: ovvio che una mancanza di visione strategica della politica energetica del nostro Paese renderà la guerra in Ucraina un ulteriore motivo di speculazione - esordisce Garbin - Per questo è necessario rendere il sistema nazionale (ed europeo) autonomo e capace di affrontare i mutamenti degli equilibri politici globali. Basta - afferma - bloccare ideologicamente il nucleare confidando sulle rinnovabili che, ad oggi, non potranno rappresentare l’unica fonte energetica sul medio termine». Garbin si riferisce al nucleare di terza generazione. «Si inizi a parlarne seriamente, dati alla mano», commenta.

Nell'immediato, per Azione Veneto, occorre individuare nel nostro territorio i settori che risentono delle sanzioni europee adottate contro la Russia come alcuni distretti manifatturieri. A Tessera c'è la SuperJet a destare preoccupazione, gruppo che opera nell’aviazione civile controllato dalla società a capitale russo Uac, che impiega a Venezia 130 lavoratori. Ma ci sono anche l’agroalimentare (con i fertilizzanti e i cereali, questi ultimi rincarati vertiginosamente nell'ultimo periodo) e il turismo. «Per sostenerli e impedire che imprese, occupazione e, di conseguenza, le famiglie del nostro territorio debbano soffrire - dice il segretario veneto - ci stiamo impegnando senza giocare con paure e incertezze, ma attraverso proposte e prese di posizione concrete».

Ritorno «illogico» al nucleare

«Il conflitto in corso, con la minaccia dietro l’angolo anche di un incidente nucleare, ci ricorda che è il tempo delle scelte coraggiose - dice da una posizione diametralmente opposta il presidente regionale di Legambiente, Luigi Lazzaro - Occorre abbandonare visioni come quella dell'apertura delle centrali a carbone o di nuove trivellazioni per la ricerca di gas metano o peggio di un ritorno al nucleare. Sulla questione energia nucleare - continua - evocata come possibile soluzione dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, Legambiente risponde dicendo che è del tutto illogico seguire questa strada vista la possibilità di utilizzare le rinnovabili, in grado di sostituire in modo più sicuro, pulito ed economico le centrali nucleari. Quanto accaduto il 26 aprile 1986 alla centrale nucleare di Chernobyl e l’11 marzo 2011 a quella di Fukushima sia da monito».

Nucleare Epr

Le centrali nucleari di terza generazione appartengono al tipo Epr (European pressurized water reactor) e presentano caratteristiche di maggior sicurezza rispetto ai precedenti reattori di seconda generazione, riporta l'Ansa. I reattori Epr appartengono alla classe dei reattori nucleari ad acqua pressurizzata Pwr (Pressurized Water Reactor), nei quali il nocciolo viene refrigerato per mezzo di acqua naturale, e possono utilizzare come combustibile ossido di uranio arricchito oppure una miscela di ossidi di uranio e plutonio. Si calcola che il tempo medio necessario per costruire una centrale di questo tipo sia di poco superiore a 4 anni, esclusi i tempi per le autorizzazioni. Con una vita media stimata intorno ai 60 anni, le centrali di terza generazione riescono a utilizzare lo 0,8% dell'energia contenuta nell'uranio naturale, a differenza dello 0,6% di quelle di seconda generazione. Tuttavia il salto ci sarà con la quarta generazione (70% di efficienza), che potrà diventare realtà solo fra il 2030 e il 2040. Sono presenti impianti Epr in Finlandia, a Olkiluoto, in Francia, a Flamanville (attivo dal 2013 e realizzato con la partecipazione dell'Enel) e due reattori in Cina. Dal punto di vista delle scorie, sempre secondo Ansa, le centrali di terza generazione non offrono particolari novità se non la possibilità di processarle in modo da separare le più pericolose.

La fusione nucleare

«È certo che il nucleare ci sarà nella tassonomia europea della finanza sostenibile, lo hanno già anticipato - ha detto il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, a un incontro con gli studenti organizzato dal progetto didattico Cosmopolites a dicembre scorso - È una fonte che non produce CO2. Noi abbiamo votato dei referendum che hanno escluso il nucleare - ha detto ancora Cingolani -. Era il nucleare di prima generazione, non quello di cui si parla adesso. In futuro, quando avremo tutti i dati sui costi per megawatt, sulla produzione di scorie radioattive, su quanto sono sicure (le centrali di quarta generazione, n.d.r.), allora il paese potrà prendere le sue decisioni, con un altro referendum, con leggi. Sono sicuro che vadano studiati i piccoli reattori modulari (le centrali di quarta generazione a fissione, n.d.r.), che sono in pratica motori di navi nucleari, sono piccoli e più sicuri. Ma sono in fase di studio in vari paesi, ci vorranno ancora diversi anni. Se si dovesse studiare una tecnologia del genere, credo che sarebbe saggio, io lo farei. Sono assolutamente certo che la fusione nucleare sarà la soluzione di tutto».

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