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Economia

Confartigianato: «Green pass è la strada giusta, ma vanno agevolate le imprese»

Le opinioni dei rappresentanti della categoria Siro Martin, Roberto Bottan, Gianluca Fascina e Nazzareno Ortoncelli. Preoccupazione in vista del 15 ottobre ma dura condanna alle posizioni e alle violenze dei "no green pass"

È «l'ultimo miglio per superare la pandemia», il green pass è la strada giusta ma è necessario semplificare le modalità di applicazione e controllo per non creare ulteriori difficoltà al mondo del lavoro. Lo dice il presidente della Confartigianato metropolitana di Venezia Siro Martin, ribadendo comunque che la categoria sostiene con convinzione il vaccino: «Chi non si vaccina o non si tampona - spiega Martin - si espone ed espone gli altri al rischio di nuovi ricoveri e problemi sociali. Farsi un tampone e certificarlo non è un rischio per la democrazia, ma un modo per attestare che non si è potenzialmente contagiosi, uno strumento di sicurezza reciproca».

Proposte per un green pass più gestibile

Con l'avvicinarsi del 15 ottobre, data in cui il certificato sarà obbligatorio per i lavoratori, Confartigianato «cerca di far prevalere il buonsenso tra gli addetti delle imprese artigiane che ancora non si sono vaccinati e che non vorranno neppure fare il tampone». «Questo rifiuto - prosegue Martin - metterà in difficoltà loro stessi e chi li ha strumentalizzati. I danni pesantissimi già causati dalla pandemia non possono essere aumentati dai “no” a tutto ad ogni costo. La violenza esplosa nelle manifestazioni dei "no green pass" è da condannare con fermezza». Secondo Martin, però, il sistema deve essere in parte rivisto: ad esempio «si potrebbe semplificare la verifica del green pass permettendo al datore di lavoro di registrarne la scadenza, passando da una verifica giornaliera ad una periodica, più gestibile». «Auspichiamo - continua - che sia il governo che la regione facciano uno sforzo aggiuntivo sull’eventuale problema della mancanza di tamponi. Bisogna strutturare un sistema di punti prelievo, tenendo conto degli orari e delle esigenze dei lavoratori».

«Nel nostro settore siamo preoccupati ma non rassegnati - conferma Roberto Bottan, vicepresidente della Confartigianato metropolitana e presidente della Confartigianato Cgia Mestre - in tutte le aziende ci sono persone che, per vari motivi, non vogliono o non possono vaccinarsi, e spesso si tratta di figure chiave di un’azienda. In questa prima fase sarebbe opportuno allungare il più possibile i tempi di durata del tampone e prevedere dei contributi per le aziende che li faranno in sede o che li pagano ai dipendenti, compensando le spese attraverso credito d’imposta o altri fondi ad hoc. L’importante è non dare alibi a chi vuole distruggere tutto». Per Gianluca Fascina, presidente della federazione moda metropolitana e federazione abbigliamento Veneto, «è evidente che chi non è in regola non può entrare in azienda. Ma io, imprenditore, come posso sostituire da un giorno all’altro un operaio specializzato? Trovo assurda la questione dei controlli a nostro carico, un piccolo imprenditore non può passare la giornata a controllare i green pass».

Appello alla responsabilità

Nazzareno Ortoncelli, vicepresidente della Confartigianato metropolitana e presidente della Federazione Trasporti, propone di rendere il vaccino totalmente obbligatorio: «I vaccini hanno salvato il mondo e su questa questione si sta facendo troppo demagogia e strumentalizzazione. Nel mio settore ci sono aziende che hanno oltre la metà del personale che non vuole saperne di tamponi, vaccini. Eppure il green pass è l’unica certezza che può aiutarci a tenere aperte le aziende. C’è ancora troppa gente che non ha capito bene cosa sia successo, a cui non è bastato vedere il disastro anche umano generato dal lockdown e vuole ritornarci, bypassando la solidarietà ed evadendo le proprie responsabilità verso gli altri esseri umani».

Anche Moreno De Col e Matteo Ribon, della Cna Veneto, hanno condannato le violenze esprimendo solidarietà a Cgil «per gli esecrandi avvenimenti accaduti il 9 ottobre a Roma e Milano: condanniamo con fermezza l’attacco alla sede del sindacato e le violenze nei confronti delle forze dell’ordine. Manifestare il proprio dissenso è un cardine della democrazia ma la violenza è inaccettabile e va sempre respinta. Il sindacato e le associazioni datoriali sono e continueranno ad essere un presidio di libertà e di democrazia».

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