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Economia Via Riviera del Brenta

Manager del calzaturiero: dalle logiche familiari a quelle dirigenziali per il cambiamento

I risultati dello studio di Fondirigenti realizzato dal Politecnico calzaturiero della Riviera del Brenta. «La crisi ha segnato il settore: la maggioranza delle imprese dichiara contrazioni del 50%. Servono competenze tecniche per la ripresa»

Digitalizzazione, sostenibilità ed economia circolare sono i trend che caratterizzeranno il settore moda nel prossimo futuro. È quanto emerso dal progetto di ricerca di Fondirigenti realizzato dal Politecnico calzaturiero della Riviera del Brenta. Le aziende del comparto delle calzature stanno attraversando un processo di managerializzazione, passando da una conduzione esclusivamente familiare a una più strutturata. Lo sviluppo di competenze manageriali sarà quindi strategico per affrontare le sfide dei mercati e governare i processi di cambiamento.

Sviluppo del comparto

I risultati dello studio di Fondirigenti sui “Nuovi trend e nuovi scenari. Analisi delle competenze e dei profili manageriali per le aziende del sistema moda” sono stati presentati oggi, lunedì19 aprile, nel corso di un webinar, al quale hanno preso parte Paolo Bastianello vicepresidente del Politecnico calzaturiero, Carlo Poledrini presidente di Fondirigenti, Siro Badon presidente di Assocalzaturifici, Laura Macchion, Antonio Cavallin e Chiara Pacquola dell’Università di Padova e Maurizio Toso presidente di Federmanager Veneto. Lo studio, affidato all’Università di Padova, ha esaminato le principali tendenze sociali ed economiche che, nei prossimi anni, influenzeranno i modelli di sviluppo del comparto calzaturiero.

I dati delle perdite 2020

Il periodo di realizzazione delle attività è coinciso con la crisi della pandemia da Covid 19 che ha profondamente segnato il settore della moda italiana che nel 2020 (dati Istat) ha perso circa il 30% del fatturato. Una forbice ancora più evidente per Confindustria: per il terzo trimestre del 2020 la maggioranza delle imprese del settore dichiara contrazioni del 50% e oltre, per una perdita stimata di circa 6 miliardi di euro. Il sistema tessile, moda ed accessori è, comunque, un settore chiave per l’economia e con più di 28,1 miliardi di euro di valore aggiunto, che rappresenta il 10,6% del manifatturiero e occupa circa 600 mila addetti. La moda made in Italy, non è solo di un’eccellenza nazionale, ma mantiene il suo primato anche in Europa, sia in termini di produzione che di valore aggiunto.

«Una volta superata l’emergenza sanitaria le imprese, soprattutto quelle a conduzione prevalentemente familiare - commenta il presidente di Fondirigenti, Carlo Poledrini – dovranno affrontare un difficile percorso di consolidamento e avviare una nuova fase di crescita favorendo un processo di managerializzazione per definire nuove figure professionali con elevate competenze tecniche necessarie alla ripresa». L'indagine Fondirigenti in partnership con il Politecnico ha elaborato un modello di upgrade delle competenze, replicabile su scala nazionale, che sarà messo a disposizione delle imprese per definire i processi di innovazione necessari per la ripresa del comparto. Dai risultati del progetto emerge la necessità di una managerializzazione che consenta alle imprese di vincere le nuove sfide imposte dai mercati.

Dal modello famigliare al dirigenziale con competenze

Secondo l’Istat, tuttavia, nel 2017 gli addetti del comparto calzaturiero erano in minima parte dirigenti (0,5%) e quadri (1,1%) su un totale di circa 68 mila dipendenti: percentuali decisamente più basse rispetto alla media dei settori manifatturieri italiani. L’Istituto di statistica nazionale, inoltre, evidenzia che nelle aziende con almeno 10 addetti appartenenti ai settori tessile-abbigliamento, calzaturiero, pelletteria e concia, l’uso di tecnologie dell’informazione e della comunicazione è quasi sempre inferiore rispetto al totale delle attività manifatturiere. I casi di successo esaminati sono rappresentati da aziende di piccole e grandi dimensioni, sia B2B (business tra imprese) che B2C (business rivolto al consumatore), guidate da decisori consapevoli dei cambiamenti in atto. Queste realtà si distinguono per la presenza di agenti dotati di competenze manageriali, capaci di avviare articolati iter di transizione e di innovazione.

Innovazione e comprensione

Sono caratterizzate dall’impiego di consulenti esterni di processo, prodotto e di formatori per favorire la riqualificazione del personale interno, con l’obiettivo di incrementarne le competenze tecniche e le soft skills. «Dallo studio realizzato da Fondirigenti emerge il valore delle competenze che possono favorire l’avvio di percorsi di crescita e di innovazione. Le aziende prese in esame hanno dimostrato la capacità di analizzare la situazione del mercato, di guardare al proprio interno e di sviluppare, attraverso il sostegno di figure dirigenziali, gli ambiti ritenuti strategici. Tale operazione richiede grande umiltà, che solitamente è sintomo di intelligenza. Il Politecnico calzaturiero della Riviera del Brenta, prossimo a compiere cento anni, ha le capacità per mettere in relazione le esigenze delle aziende con le professionalità dei manager», afferma il vicepresidente del Politecnico Paolo Bastianello.

«Questo lavoro di ricerca è fondamentale perché nei prossimi mesi, con l’attenuarsi dell’emergenza sanitaria, le aziende dovranno affrontare un difficile percorso di consolidamento e iniziare un percorso di trasformazione. I fattori di spinta che possono accelerare questi processi sono rappresentati dalla ridefinizione dell’assetto organizzativo, dallo sviluppo di una nuova cultura digitale e sostenibile, dal potenziamento della dimensione immateriale dei prodotti, da una maggiore interazione con il consumatore finale. Le buone pratiche individuate dal progetto, e la creazione di servizi per la diffusione delle competenze manageriali, possono sicuramente favorire l’avvio di questa nuova fase di crescita», conclude il presidente Assocalzaturifici Siro Badon.

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