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Economia Marghera

Eni Rewind, pronto il progetto dell'impianto per produrre energia dai fanghi

Attesa l'autorizzazione regionale e il bando della consorziata Viveracqua. 190 mila tonnellate di materiale trattato all'anno. Cisl: «Stringere i tempi». Bettin: «Opera impattante, così Porto Marghera diventa centro di smaltimento del Veneto»

Eni Rewind va avanti con il piano per la costruzione di un impianto di valorizzazione dei fanghi da depurazione civile tramite essiccamento. Il progetto, in fase di autorizzazione della Regione, dovrebbe essere realizzato in un'area dismessa di Porto Marghera con un investimento stimato di 140 milioni di euro. A regime, l'impianto potrà trattare 190 mila tonnellate all'anno di fanghi provenienti dagli impianti di depurazione del consorzio Viveracqua, che raggruppa i 12 principali gestori del servizio idrico regionale. Eni Rewind aveva annunciato il piano già a inizio 2022, dopo il passo indietro sull'impianto Waste to Fuel per il trattamento del rifiuto umido di Veritas, per difficoltà a reperire materia prima. A novembre ha avviato le pratiche per ottenere i permessi della Regione a realizzare l'impianto, e intanto Eni ha disegnato e depositato il progetto.

Il Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) atteso comprende la Valutazione d'impatto ambientale (Via) e tutte le autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, concerti, nulla osta e assensi necessari alla realizzazione e all'esercizio del progetto. Una volta ottenuto il via libera regionale e realizzato l'impianto, come da progetto, Eni parteciperà al bando della consorziata Viveracqua per aggiudicarsi la depurazione e il trattamento fanghi al fine di produrre energia. In un momento di costi alle stelle e difficoltà a reperire risorse per coprire il fabbisogno energetico, il piano di Eni Rewind diventa strategico.

Eni Rewind impianto trattamento fanghi

L’area individuata per la realizzazione è l’Isola 46 (di proprietà della società e già bonificata), dove si prevede l'edificazione di una struttura architettonica che richiama la forma di una nave. Funzionerà attraverso due linee di trattamento, con eliminazione degli elementi nocivi e con la possibilità di recupero del fosforo. Secondo Eni, il contributo alle emissioni di anidride carbonica è da considerarsi nullo, in quanto la Co2 prodotta verrebbe comunque generata dalla naturale biodegradazione della materia organica. Dal processo di trattamento si produce energia elettrica mediante caldaie a recupero termico, che generano vapore surriscaldato impiegato per l’essiccamento dei fanghi conferiti. Il surplus energetico sarà immesso nella rete elettrica del polo industriale di Porto Marghera.

Si concretizzano così i piani di Eni, che dopo la chiusura del cracking aveva dichiarato l'intenzione di promuovere una serie di nuove filiere produttive. «Ad oggi - riepiloga Giuseppe Callegaro segretario del sindacato Femca Cisl - in Versalis le iniziative per la realizzazione della fase uno del riciclo meccanico delle plastiche si stanno compiendo, il personale continua a lavorare e sono state fatte 32 assunzioni. Riteniamo una buona notizia il fatto che Eni Rewind stia procedendo con le fasi autorizzative per l'impianto di essiccazione dei fanghi: l'investimento va benissimo, perché potrà contribuire a dare soluzioni occupazionali, oltre a risolvere il problema dello smaltimento dei fanghi e della produzione energia». Ciò che non va bene, per Femca, sono i tempi di realizzazione, considerato che l'attivazione è attesa per il 2026: «Chiederemo di accelerare il processo - dice Callegaro - e chiameremo in campo la Regione Veneto che, con l'assessore allo Sviluppo Roberto Marcato, si era resa disponibile ad agevolare tutte le autorizzazioni». 

Non mancano le aspre critiche al progetto. Per Gianfranco Bettin, consigliere comunale di Lista Verde Progressista, «continuano a giungere segnali contraddittori da Porto Marghera: da un lato si sviluppano interventi innovativi, dall’altro arriva l’annuncio di un impianto che, tramite combustione, dovrebbe trattare e smaltire i fanghi di depurazione civile di tutto il Veneto. È preoccupante». Mentre la segretaria del Pd veneziano, Monica Sambo, attacca l'amministrazione: «Eni annuncia la creazione di un impianto per bruciare i fanghi di tutto il Veneto proprio a Porto Marghera: questa sarebbe un’attività sostenibile? Siamo favorevoli a discutere di accordi con le aziende per riconvertire la produzione in termini di sostenibilità e di sviluppo dell’economia circolare, ma è evidente che l’amministrazione sta andando esattamente nel senso opposto».

Eni Rewind impianto trattamento fanghi 1

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