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Economia

Save Cargo, incontro dei confederali con l'azienda. Cub convocata in prefettura

«Faccia a faccia positivo» tra società aeroportuale e sigle Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti venerdì. Tavolo sull'integrativo fissato il 22. Per il sindacato di base al via procedura di raffreddamento

È stato stamattina, venerdì 12 febbraio, l'incontro fra le sigle sindacali confederali veneziane del comparto merci aeroportuale e la società Save Cargo, dopo la revoca aziendale dell'integrativo in busta paga del 29 gennaio scorso. Al tavolo Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti che avevano chiesto a Save un faccia a faccia il 7 febbraio scorso, è così è stato. «Ci ritroveremo il 22 - hanno fatto sapere i segretari territoriali - Abbiamo chiesto che la discussione sia aperta alle Rsa (rappresentanze aziendali) e la società ha mostrato disponibilità a trattare sui temi della lettera (il recesso da tutti i contratti collettivi di secondo livello o accordi aziendali in Save Cargo con effetto dal primo marzo 2021). L'intenzione è quella di verificare se esistono le condizioni per un'intesa e per salvaguardare occupazione, salari, diritti e doveri e discutere le eventuali azioni da intraprendere». 

Diverso il percorso per la sigla di base Cub Venezia (Confederazione unitaria di base) che aveva chiesto l'avvio della procedura di raffreddamento all'azienda, con lettera del 31 gennaio scorso, «anche a seguito della gestione della situazione allo scalo veneziano determinata dalla situazione pandemica». Senza ottenere riscontro da Save Cargo. In questo caso, la prefettura ha convocato le parti il 17 febbraio in videoconferenza, «al fine di esperire il tentativo di raffreddamento e conciliazione».

Dura la critica di Piero Antonini Cub Venezia. «Al Marco Polo ci sono lavoratori che si sono contagiati e hanno contagiato a loro volta i genitori e qualcuno di questi è morto per Covid. L'azienda (Aviation Services) invece di intervenire con il medico competente e fare i tamponi molecolari ha chiesto a questi lavoratori di compilare un modulo di autodichiarazione che certifichi l'uso dei dispositivi e il mantenimento delle distanze di sicurezza durante il servizio. Alcuni fra gli addetti che hanno avuto notizia di loro colleghi positivi hanno autonomamente deciso di fare il tampone molecolare e si sono sentiti chiedere da questa azienda l'esito del tampone per tornare al lavoro. Dirigenti irresponsabili».

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