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Cultura

Premio Campiello 2017, selezionati i cinque finalisti: c'è anche Mauro Covacich

Lo scrittore triestino unico esponente del nordest. La cinquina è stata proclamata venerdì mattina in un incontro tenutosi a Palazzo Bo. Presidente di giuria Ottavia Piccolo

È stata selezionata venerdì a Padova la cinquina finalista della 55. edizione del Premio Campiello, concorso di letteratura italiana contemporanea promosso dalla Fondazione Il Campiello - Confindustria Veneto. Nel corso di una votazione pubblica nell’Aula Magna G. Galilei di Palazzo Bo, la giuria dei letterati ha votato tra i 270 libri giunti alla segreteria del premio.

I cinque. Al primo turno con 8 voti Stefano Massini, Qualcosa sui Lehman (Mondadori), con 7 voti Mauro Covacich, La città interiore (La nave di Teseo), con 7 voti Alessandra Sarchi, La notte ha la mia voce (Einaudi), al terzo turno con 6 voti Donatella Di Pietrantonio, L’Arminuta (Einaudi), con 6 voti Laura Pugno, La ragazza selvaggia (Marsilio). Durante la selezione la Giuria ha inoltre annunciato il vincitore del Premio Campiello Opera Prima, riconoscimento attribuito dal 2004 ad un autore al suo esordio letterario. Il premio è stato assegnato a Francesca Manfredi per il romanzo Un buon posto dove stare (La nave di Teseo).

A seguire i commenti e le votazioni dei giurati, un parterre di ospiti istituzionali, imprenditori, giornalisti e rappresentanti delle case editrici. La Giuria dei Letterati è presieduta quest’anno dall’attrice Ottavia Piccolo ed è composta da personalità del mondo letterario ed accademico quali: Federico Bertoni, Chiara Fenoglio, Philippe Daverio, Paola Italia, Luigi Matt, Ermanno Paccagnini, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Lorenzo Tomasin, Roberto Vecchioni ed Emanuele Zinato.

Il commento di Ottavia Piccolo: "Presiedere la giuria è stato per me un onore e mi ha permesso di vivere una bellissima esperienza. Abbiamo letto libri molto belli e interessanti, ora dopo il consueto tour letterario toccherà alla giuria dei Trecento lettori giungere al verdetto finale. Perché il Campiello si distingue per essere un premio dal giudizio popolare".
    
Matteo Zoppas, invece, ha sottolineato come non sia cultura senza impresa, e non ci sia impresa senza cultura. "Per l’imprenditore - ha commentato - questo rapporto è fondamentale, perché cultura è sapere, saper pensare, saper essere, saper creare. E gli imprenditori con la cultura pensano, creano ed innovano. Per questo l’essere imprenditore non può prescindere dalla cultura. Proprio il Campiello fa da legante tra cultura ed impresa tramite la letteratura. Continuiamo quindi a valorizzare questo premio, la cui parola chiave è imparzialità".

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