"Gl'Ingannati", all'Avogaria va in scena la commedia senese che ispirò Shakespeare
Una celebre commedia toscana del Cinquecento che ispiró Shakespeare a tal punto da prenderla a modello per la stesura de "La dodicesima notte". Sabato 17 giugno 2017 giugno va in scena alle 21 al Teatro a l’Avogaria di Venezia lo spettacolo “Gl’Ingannati”, testo della metà del XVI secolo di anonimo senese ovvero scrittura collettiva, come spesso accadeva nel Rinascimento Italiano, dell’Accademia degli Intronati di Siena.
Era piuttosto frequente infatti, tra umanesimo e rinascimento, che Accademie, tra il serio e il faceto, unissero tra loro intellettuali, scrittori e uomini di gusto raffinato.
L’opera presenta la tipica struttura della commedia italiana cinquecentesca fatta di lazzi, imbrogli, pasquinate e travestimenti secondo la migliore tradizione plautina, da un lato, e la commedia dell’arte dall’altro alto: il vecchio Virginio ha promesso all’altrettanto vecchio Gherardo di dargli in moglie la sua giovane figliuola, Gherardo non vede l’ora di condurre a termine il matrimonio, ma quando la giovane fanciulla Lelia deve tornare dal Monastero dov’è stata rinchiusa presso una zia, si scopre che essa ormai dal Monastero è fuggita da parecchio. Da quel momento inganni e colpi di scena si susseguono fino all’inevitabile lieto finale.
Nella versione presentata all’Avogaria dagli allievi del Laboratorio Avanzato (Daniela Alzetta, Arianna Calgaro, Giorgia Cocozza, Raffaello Cossu, Francesca Elia, Annamaria Lucchetta, Manuela Merlo, Costanza Pavan, Gloria Pellegrino, Alfredo Piscicelli, Jose' Rodriguez, Paola Vitola) il testo è stato curato da Angelo Callipo sia nella rielaborazione drammaturgia che nella regia, mentre le arie cantate originali sono di Stefano Marcucci. Il tutto inserito in una cornice originale, ovvero si immagina che una compagnia teatrale dell’800 decida di mettere in scena proprio “Gl’Ingannati” come ultima prova prima dello scioglimento definitivo. Teatro nel teatro insomma, con un piccolo colpo di scena finale che ovviamente qui non sarà svelato. Spettacolo divertente, ma anche poetico, dal momento che l’intera vicenda è raccontata anche con un occhio alla sensibilità dei personaggi che, di tanto in tanto, smetteranno di essere caratteri ma torneranno ad essere persone.