Jacopo Gassmann dirige "The City" al Teatro Goldoni di Venezia
Una commedia nera, kafkiana, incentrata sul potere del linguaggio. Da giovedì 7 a domenica 10 marzo 2024, al Teatro Goldoni di Venezia, è in scena The City di Martin Crimp, per la regia di Jacopo Gassmann. I riflettori si accendono su uno dei più importanti e radicali autori contemporanei, con un testo denso, stratificato, inquieto. Lo spettacolo, che vede in scena Lucrezia Guidone, Christian La Rosa, Olga Rossi e Lea Lucioli, è prodotto da LAC Lugano Arte e Cultura, Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale, Teatro dell’Elfo, Emilia Romagna Teatro ERT - Teatro Nazionale, TPE - Teatro Piemonte Europa.
Scritto nel 2008, il testo venne allestito per la prima volta al Royal Court Theatre di Londra con un cast stellare. Come dichiarò lo stesso Crimp, l’idea di The City gli venne suggerita dalla lettura di due opere: L’uomo flessibile, libro in cui Richard Sennett racconta le difficoltà della classe media colpita dalla disoccupazione, e Il pomeriggio di uno scrittore di Peter Handke, di cui e? protagonista un traduttore che non riesce a soddisfare la sua ambizione di essere un autore. Tradotto da Alessandra Serra, The City e? al suo primo allestimento in lingua italiana.
Ambientato in quello che potrebbe apparire come un normale interno borghese, lo spettacolo si apre su una vera e propria crisi di coppia. Protagonisti Chris, impiegato di una grande società informatica che ha saputo che la sua divisione si appresta ad una “riorganizzazione” del personale, e sua moglie Clair, traduttrice che ha appena avuto un incontro fortuito ed ambiguo con uno scrittore di nome Mohamed. Sarà quest’uomo, dopo averle rivelato di aver subito delle torture, a consegnarle un diario destinato alla figlia da cui e? stato crudelmente separato. A questi si aggiunge la vicina di casa Jenny, infermiera sposata con un medico impegnato in una guerra segreta all’estero, sempre pronta a lamentarsi dei bambini urlanti di Chris e Clair.
La tensione tra marito e moglie e? evidente, nessuno sembra capace di ascoltare. Impercettibilmente, quadro dopo quadro, il loro rapporto comincia a mostrare le prime crepe: i confini tra realismo e finzione vengono meno, i personaggi sembrano quasi scomparire nei loro dialoghi.