Claudio Bisio al Teatro Goldoni con "La mia vita raccontata male" di Francesco Piccolo
Un po’ romanzo di formazione, un po’ biografia divertita e pensosa, a tratti catalogo degli inciampi e dell'allegria del vivere. Claudio Bisio porta in scena, giovedì 4 aprile, al Teatro Goldoni di Venezia, La mia vita raccontata male, diretto da Giorgio Gallione. Un sodalizio artistico di lunga durata che, questa volta, attinge dall'enorme e variegato patrimonio letterario di Francesco Piccolo. Autore amato da un pubblico eterogeneo, attento alle piccole cose di ogni giorno, ai sentimenti come alla coscienza sociale e individuale, capace di ritrarre con garbo e ironia l’Italia di oggi.
Lo spettacolo, prodotto da Teatro Nazionale di Genova e in scena fino a domenica 7 aprile, è uno dei titoli della stagione 2024 del Teatro Stabile del Veneto-Teatro Nazionale. Sotto ai riflettori una eccentrica sequenza di racconti e situazioni che inesorabilmente costruiscono una vita che si specchia in quella di tutti. Pubblico compreso. Un percorso fatto di scelte, intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli, spesso tragicomici o paradossali.
«Ci sono due tipi di storie che si possono raccontare – afferma l’autore Francesco Piccolo –, quelle che fanno sentire migliori e quelle che fanno sentire peggiori, ma quello che ho capito è che alla fine ognuno di noi è fatto di un equilibrio finissimo di tutte le cose, belle o brutte; e ho imparato che, come i bastoncini dello shangai, se tirassi via la cosa che meno mi piace della vita, se ne verrebbe via per sempre anche quella che mi piace di più».
Dalla prima fidanzata alle gemelle Kessler, dai mondiali di calcio all'impegno politico, dall'educazione sentimentale alla famiglia o alla paternità, dall'Italia spensierata di ieri a quella sbalestrata di oggi, fino alle scelte professionali e artistiche che inciampano in Bertolt Brecht o si intrecciano con Mara Venier. Lo spettacolo, montato in un continuo perfido e divertentissimo ping-pong tra vita pubblica e privata, reale e romanzata, racconta "male", in musica e parole, tutto ciò che per scelta o per caso concorre a fare di noi quello che siamo. Perché la vita, sembra dirci questo viaggio agrodolce nella vita del protagonista, forse non è esattamente quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda. E che spesso non si vive la vita come la si vuole, ma come vuole lei.
In questa tessitura variegata e sorprendente si muove Claudio Bisio accompagnato da due musicisti d’eccezione: Marco Bianchi e Pietro Guarracino con i brani composti da Paolo Silvestri. Una partitura emozionante, spesso profonda ma pure giocosamente superficiale, personale, ideale, civile ed etica. Lo spettacolo diviene così una indiretta riflessione sull’arte del narrare, su come il tempo modifica e trasfigura gli accadimenti, giocando spesso a idealizzare il passato, cancellando i brutti ricordi e magnificando quelli belli, reinventando il reale nell’ordine magico del racconto.