Le fotografie di Sabine Weiss in mostra alla Casa dei Tre Oci (prorogata fino al 1° novembre)
La Casa dei Tre Oci di Venezia presenta, dall’11 marzo al 1° novembre 2022, la più ampia retrospettiva mai realizzata dedicata alla fotografa Sabine Weiss (Svizzera, 1924), tra le maggiori rappresentanti della fotografia umanista francese insieme a Robert Doisneau, Willy Ronis, Edouard Boubat, Brassaï e Izis. Curata da Virginie Chardin, la mostra è promossa dalla Fondazione di Venezia, realizzata da Marsilio Arte in collaborazione con Berggruen Institute, prodotta dallo studio Sabine Weiss di Parigi e da Laure Delloye-Augustins, con il sostegno di Jeu de Paume e del Festival internazionale Les Rencontres de la photographie d'Arles.
Unica fotografa donna del dopoguerra ad aver esercitato questa professione così a lungo e in tutti i campi della fotografia – dai reportage ai ritratti di artisti, dalla moda agli scatti di strada con particolare attenzione ai volti dei bambini, fino ai numerosi viaggi per il mondo – Sabine Weiss, oggi novantasettenne, ha aperto i suoi archivi personali, conservati a Parigi, per raccontare, per la prima volta in maniera ampia e strutturata, la sua straordinaria storia e il suo lavoro.
Oltre 200 fotografie, delle quali decine inedite – come la serie dedicata ai manicomi, realizzata durante l'inverno 1951-1952 in Francia nel dipartimento dello Cher, e rimasta parzialmente inedita fino ad oggi – ripercorrono insieme a diverse pubblicazioni e riviste dell'epoca l’intera carriera di Weiss, dagli esordi nel 1935 agli anni ’80. Fin dall'inizio, Sabine Weiss, come testimoniano in mostra le foto dei bambini e dei passanti, dirige il suo obiettivo sui corpi e sui gesti, immortalando emozioni e sentimenti, in linea con la fotografia umanista francese. È un approccio dal quale non si discosterà mai. Lo riafferma anche oggi quando dichiara: «Per essere potente, una fotografia deve parlarci di un aspetto della condizione umana, farci sentire l'emozione che il fotografo ha provato di fronte al suo soggetto».