Personale di Francesca Draetta "Sguardi su Venezia"
Il Centro Culturale di Palazzo Pisani-Revedin, diretto da Samuel Baghdassarian inaugura la propria attività il 16 ottobre 2021 proponendo la mostra ″Artiste per Venezia″ in collaborazione con il Movimento Arte del XXI Secolo, il cui presidente, Aldo Maria Pero, presenterà la mostra e curerà i testi del catalogo. L’intento è di inserirsi nelle celebrazioni per i milleseicento anni di Venezia, città di assoluta rilevanza internazionale, un tempo per la sua potenza militare affidata ad una formidabile flotta, per le vastissime attività commerciali e per gli straordinari esiti culturali della sua scuola pittorica in grado di rivaleggiare con Firenze e Roma; oggi per l’unicità dell’assetto urbano e per il fatto di essere un eccezionale museo allestito in sedici secoli di gloria.
A differenza delle due pittrici di tradizione e cultura veneziane, Francesca Draetta è un’artista dalle multiformi vite trascorse fra la natia Sardegna, Milano e Bologna. Se è vero quanto scrisse in termini autobiografici Stendhal, ogni diverso soggiorno non costituisce solo un momento della propria vicenda terrena, ma un arricchimento spirituale che, in modo più o meno evidente, segna lo spirito di chi è protagonista di tali avvenimenti. In queste diverse dimore la Draetta ha elaborato un profilo culturale che trova nella musica, in poesia e nella pittura le dimensioni di un singolare ingegno. Oggi siamo chiamati a prendere atto dell’ultimo approdo del suo itinerario figurativo, affidato al ritratto, un settore molto particolare dell’attività pittorica, di cui costituisce la protostoria. Per dirla con accenti foscoliani da che le umane genti ebber di sé coscienza, esse si dedicarono al ritratto, dapprima per finalità apotropaiche, successivamente a memoria e gloria degli avi, e quindi con finalità anche politiche: Dimostrare d’esser discendenti di antica prosapia era non solo un vanto, ma una concreta ragione per asseverare un diritto di gestire il potere. Un concetto che ai secoli futuri apprese Ottaviano Augusto, primo dei romani imperatori; principio ben appreso da Lorenzo de’ Medici e da tutti i signori del Rinascimento.
Per Francesca Draetta dipingere ritratti costituisce un’attività tutta particolare, soggettivamente intesa quale forma di comprensione dei personaggi che allinea nella sua personale galleria, un luogo che esiste più nella sua mente che in una pratica realtà. Certo, esistono quelli di Carla Fracci o di Alberto Sordi e di molti altri, ma come sono? Il pennello della pittrice contemporanea va oltre la maniera degli infiniti artisti che dal Quattrocento in poi hanno illustrato le «pinte pareti». Non cerca né la rappresentazione il più esatta possibile del vero né una effettua uno studio d’interpretazione psicologica né, tantomeno, si dedica a deformazioni espressionistiche, ma esprime quello che lei pensa essere il carattere, lo spirito, la declinazione psicologica dei soggetti raffigurati. In un’altra occasione ho scritto che per entrare nella galleria di Francesca Draetta occorre pagare un pedaggio immateriale: perdere parte della propria identità per assumere quella da lei voluta. Per noi, detto in leopardiani accenti, il naufragar ci è dolce in questo mare.
La mostra, inaugurata il 16 ottobre alle ore 17.00, si concluderà il 6 novembre 2021