"Pupo di zucchero. La festa dei morti": Emma Dante porta in scena il suo nuovo spettacolo
Il 2 novembre, in occasione della festa dei morti, per sconfiggere la solitudine un vecchio invita a cena, nella loro antica dimora, i defunti della famiglia. Egli, nzenziglio e spetacchiato, prepara una pietanza tradizionale. Con acqua, farina e zucchero il vecchio impasta l’esca pe li pesci de lo cielo: il pupo di zucchero. Liberamente ispirato a Lo cunto de li cunti di Gianbattista Basile, Pupo di zucchero. La festa dei morti è il nuovo spettacolo di Emma Dante che sarà in scena prima al Teatro Goldoni di Venezia il 16 e il 17 dicembre, poi al Teatro Verdi di Padova il 18 e il 19 dicembre nell’ambito della stagione Scenari senza confini.
In attesa che l’impasto lieviti l’anziano protagonista richiama alla memoria la sua famiglia di morti. La casa si riempie di ricordi e di vita: mammina, una vecchia dal core tremmolante, il giovane padre disperso in mare, le sorelle Rosa, Primula e Viola tre ciuri c’addorano e primmavera, Pedro dalla Spagna che si strugge d’amore per Viola, zio Antonio e zia Rita che s’abboffavano ‘e mazzate, Pasqualino il figlio adottivo.
Note di regia
Secondo la tradizione in alcuni luoghi del Meridione c’è l’usanza di organizzare banchetti ricchi di dolci e biscotti in cambio dei regali che, il 2 novembre, i parenti defunti portavano ai bambini dal regno dei morti. Durante il rituale, in quella notte, la cena era un momento di patrofagia simbolica; nel senso che il valore originario dei dolci antropomorfi era quello di raffigurare le anime dei defunti. Cibandosi di essi, era come se ci si cibasse dei propri cari.
Liberamente ispirato a Lo cunto de li cunti di Gianbattista Basile, lo spettacolo racconta la storia di un vecchio che per sconfiggere la solitudine invita a cena, nella loro antica dimora, i defunti della famiglia. Nella notte fra l’uno e il due novembre, lascia le porte aperte per farli entrare.
Nello spettacolo, sono presenti dieci sculture create da Cesare Inzerillo che mostrano il corpo osceno della morte. In Pupo di zucchero la morte non è un tabù, non è scandalosa, ciò che il vecchio vede e ci mostra è una parte inscindibile della sua vita. Ciò non può che intenerirci. La stanza arredata dai ricordi diventa una sala da ballo dove i morti, ritrovando le loro abitudini, festeggiano la vita.