"Il fu Mattia Pascal" in scena al Teatro di Mirano
Nuovo appuntamento per “La Città a Teatro 2023 - 2024”, la rassegna di prosa del Teatro di Mirano: giovedì 25 gennaio, alle 21.00, Giorgio Marchesi porta in scena “Il fu Mattia Pascal”, dal capolavoro di Luigi Pirandello. Sono ancora pochi i biglietti disponibili.
Lo spettacolo è tratto dal romanzo di Luigi Pirandello e vede in scena Giorgio Marchesi, che firma anche l’adattamento. La regia è dello stesso Marchesi con Simonetta Solder, la drammaturgia musicale è eseguita dal vivo da Raffaele Toninelli. I costumi sono di Daniele Gelsi, il disegno luci di Luca Palmieri, l’audio di Fabrizio Cioccolini. Il contributo video è di Simone Salvatore, il trailer di Simone Villani, l’ufficio stampa è Maurizio Quattrini, le foto sono di Fabio Lovino, Tiziano Ionta e Rocco Papandrea. Lo spettacolo è una produzione Teatro Ghione.
Scrive la compagnia: «Posso dire che da allora ho fatto il gusto a ridere di tutte le mie sciagure e di ogni mio tormento. Sono state proprie le parole che Pirandello fa dire al suo protagonista a suggerirci la chiave per raccontare le vicende di Mattia Pascal. Abbiamo voluto sperimentare un linguaggio che potesse essere accessibile e appetibile a tutti, anche e soprattutto alle nuove generazioni. Con l’obiettivo di allontanarci dalla visione polverosa erroneamente associata ad alcuni capolavori letterari, abbiamo scelto un punto di vista vitale, dinamico e divertito di questo “caso davvero strano”. Insieme a Raffaele Toninelli, che ha creato una drammaturgia musicale sul testo, abbiamo dato vita a un’atmosfera non realistica. Non abbiamo voluto ambientare il testo precisamente nei primi anni del secolo scorso, abbiamo preferito traslarlo e trascinarlo lungo il ‘900 per assecondare la contemporaneità dei temi trattati nell’opera: il rapporto con la propria identità, oggi moltiplicata dai tanti “profili” di cui ormai ci serviamo quotidianamente per comunicare sui social. Ma anche la rinascita, dopo lo sconvolgimento delle nostre vite negli ultimi due anni. “Mi trasformerò con paziente studio sicché, alla fine, io possa dire non solo di aver vissuto due volte, ma di essere stato due uomini diversi.” Pascal sembra chiedere quindi non solo un’altra possibilità, come spesso sogniamo tutti, di ricominciare da capo o di correggere gli errori del passato. Ma vuole anche “abitare” un’altra persona, nuova, diversa, sconosciuta. Da queste due frasi, da questi due spunti è nata l’idea di proporre al pubblico la storia di Mattia Pascal e Adriano Meis concedendoci la libertà di giocare con questi due personaggi e sottolineando l’umorismo presente nel testo, pur lasciando intatto lo stile e il linguaggio originali. Perché un testo, anche se un classico, rimane un pre-testo per comunicare col pubblico. E visto il momento storico, meglio farlo con leggerezza».