Surrealismo e magia fanno tappa alla Peggy Guggenheim di Venezia
"Surrealismo e magia. La modernità incantata", è questa la mostra che dal 9 aprile al 26 settembre 2022 animerà la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, per poi spostarsi al Museum Barberini di Potsdam. Si tratta della prima mostra organizzata dopo due anni di pandemia, la prima a livello internazionale ad affrontare l’interesse dei surrealisti per la magia e l’occulto.
Da un punto di vista cronologico, l’esposizione spazia dalla pittura metafisica di Giorgio de Chirico, datata intorno al 1915, a dipinti iconici come La vestizione della sposa (1940) di Max Ernst, e Gli amanti (1947) di Victor Brauner, al simbolismo occulto delle ultime opere di Leonora Carrington e Remedios Varo.
Surrealismo e magia
La modernità incantata ruota attorno a temi quali l'alchimia, la metamorfosi e l'androgino, i tarocchi, la sostanza totemica, la dimensione dell’invisibile e quella cosmica, nonché la nozione dell'artista come mago e della donna come essere magico, dea e strega. Il percorso espositivo prende il via dai dipinti metafisici di de Chirico, che Breton considera il principale precursore del movimento surrealista, la cui influenza fu decisiva sulla prima fascinazione dei surrealisti per magia e occulto. Tra questi si trova Il cervello del bambino (1914), dipinto che appartenne alla collezione privata dello stesso Breton, e che lo scrittore francese descrisse come un caso di androginia e trasformazione di genere, "non era solo freudiano, ma anche magico". Per molti surrealisti, l'androginia è sinonimo della cancellazione del binomio maschio-femmina e dunque sovverte le gerarchie di potere insite nelle società patriarcali.
Il concetto di matrimonio alchemico, sinonimo di insieme coeso e dunque di uno stato di perfezione, domina la sala successiva della mostra, che vede riuniti dopo circa 80 anni due capolavori, La vestizione della sposa di Ernst, appartenente al museo veneziano, e il Ritratto di Max Ernst della Carrington (1939 circa). Nel suo dipinto, Ernst raffigura la Carrington, sua compagna dal 1937 al 1940, come strega e incantatrice, mentre la Carrington ritrae Ernst come alchimista, eremita, figura sciamanica. Tale accostamento mette in evidenza il loro scambio artistico e gli interessi condivisi per la stregoneria, la magia e il simbolismo alchemico e animale. Inoltre, rivela l'influenza che la Carrington ebbe su Ernst, avendo il suo ritratto probabilmente ispirato l’opera di Ernst, realizzata successivamente, nel 1940.
Si prosegue con opere che raffigurano le infinite analogie tra uomo e natura, il micro e il macrocosmo, come Il giorno e la notte di Ernst (1941-42). Un’intera sala è poi dedicata ai lavori di Kurt Seligmann, artista e studioso di occultismo di origine svizzera, autore del libro The Mirror of Magic (1948), divenuto un classico dell'occulto, ampiamente letto dai surrealisti, tra cui la stessa Carrington. Segue un affondo sulla nozione di donna come essere magico e sul tema della sovrapposizione tra vita animale, vegetale e umana, con opere come La donna gatto (1951) della Carrington, La fine del mondo (1949) di Leonor Fini, La magia nera (1945) di René Magritte, Il gioco magico dei fiori (1941) di Dorothea Tanning, L’interesse proto-femminista per alchimia, stregoneria e androginia è poi centrale in opere come I piaceri di Dagoberto (1945), della Carrington, il Ritratto della Principessa Francesca Ruspoli (1944) della Fini, Nutrimento celeste (1958) di Remedios Varo. La mostra si chiude infine con i temi delle forze cosmiche e della dimensione dell’invisibile, incarnati dalle tele di Salvador Dalí, Óscar Domínguez, Roberto Matta, Wolfgang Paalen, Kay Sage e Yves Tanguy, in un dialogo serrato che anima l’ultima sala.
Inoltre, all’ingresso dell’esposizione, in uno spazio speciale adibito a sala di proiezione, il pubblico può vedere il cortometraggio della regista d'avanguardia americana, di origine ucraina, Maya Deren, La culla della strega (1943), girato nel museo-galleria di Peggy Guggenheim Art of This Century, opera incompiuta che mette in evidenza l'interesse della Deren per la stregoneria e il ritualismo.
L’esposizione, allestita negli spazi adibiti alle mostre temporanee, ha una sua naturale prosecuzione nelle sale di Palazzo Venier dei Leoni. Numerose opere surrealiste collezionate da Peggy Guggenheim verranno infatti messe in dialogo con opere africane e oceaniche della mecenate. Il potente significato spirituale delle culture oceaniche e della loro arte suscitarono di fatto una forte fascinazione sugli artisti surrealisti, influenzando profondamente la loro rappresentazione dei processi magici e di metamorfosi.