"Da qui alla luna": il Teatro Stabile ricorda il dramma della tempesta Vaia
Quattro anni dopo il Teatro Stabile del Veneto ricorda la drammatica tempesta che, nell’ottobre 2018, spazzò via 16 milioni di alberi, devastando le Alpi orientali. Giovedì 20 ottobre, alle ore 20.30, va in scena, al Teatro Goldoni di Venezia, Da qui alla luna. La tempesta Vaia di Matteo Righetto, autore padovano di fama internazionale e docente di letteratura. Un racconto corale che parte da un evento climatico straordinario e devastante e allarga il campo, per interrogare gli spettatori sul rapporto tra l’uomo e la montagna, tra le persone e la natura.
Sul palcoscenico l’attore Andrea Pennacchi, diretto da Giorgio Sangati. Alla sua ironia e umanità il compito di rievocare quell’immane disastro naturale e, allo stesso tempo, di ricordare la fragilità del pianeta Terra. Ad accompagnarlo le musiche originali del compositore Carlo Carcano e del cantautore Giorgio Gobbo, suonate dal vivo. Lo spettacolo, prodotto da Teatro Boxer e Teatro Stabile del Veneto–Teatro Nazionale, sarà in replica venerdì 21 ottobre, alle ore 19.
La ricostruzione precisa dell’orrore di quei giorni spetterà agli abituanti delle vallate bellunesi: il muratore Silvestro, il giovane studente Paolo e la vecchissima Agata. Saranno loro a tornare indietro a quel fatidico ottobre 2018 quando caddero così tanti alberi che “messi in fila, uno dopo l’altro, coprirebbero grossomodo la distanza che ci separa dalla luna” afferma lo scrittore Matteo Righetto. I tre protagonisti si trovano a condividere il luogo in cui vivono, la montagna, seppur profondamente diversi, per età, mentalità e visione del mondo. Paolo mosso dalla spontaneità e ingenuità di un adolescente, si entusiasma e si commuove. Silvestro, alla luce dei suoi cinquant’anni, si protegge con il cinismo di chi ha già visto la storia ripetersi, senza però rimboccarsi le maniche. Agata, infine, è l’anziana nostalgica di un mondo perduto.
Una narrazione a più voci, senza retorica, un requiem per una montagna violentata e abbandonata. La stessa montagna che sarà presente sul palcoscenico. Nell’allestimento, infatti, anche i ceppi d’abete raccolti nelle foreste distrutte dalla tempesta, provenienti dal Comune di Falcade. Tronchi che ieri furono testimoni del disastro e che oggi, sotto i riflettori, sono pronti a tornare in vita.