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Transizione

Veneto, un piano per raggiungere il 43% di energia da fonti rinnovabili

La Regione presenta il piano energetico da oltre 7,3 miliardi di euro. «Investiamo in rinnovabili e tutela dell'ambiente, avanti con idrogeno verde e nuove tecnologie»

Il nuovo piano energetico approvato dalla giunta veneta muove circa 7 miliardi di euro di investimenti nei prossimi 7 anni: una transizione che, nelle intenzioni del governo regionale, porterà nel 2030 ad avere circa il 43% di energia ottenuta da fonti rinnovabili. «Il fotovoltaico fa la parte de leone, ma c'è anche il tema dell'idrogeno», ha fatto presente il governatore Luca Zaia presentando il programma. «Ora - specifica - inizia la fase di concertazione e confronto con i territori, in parte già avvenuta». Sempre in base alle previsioni, l'insieme delle azioni avrà un impatto economico di 20 miliardi con l'impiego di 100mila addetti.

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Le risorse a disposizione: 273 milioni di fondi comunitari, 5,5 miliardi da Pnrr, 1,2 miliardi da RepowerEU, 226 milioni di fondi statali e 92 milioni di fondi regionali. Le azioni sono un centinaio: nel capitolo decarbonizzazione figurano il potenziamento delle rinnovabili, dell'autoconsumo, del trasporto green e simili; per l'efficienza energetica sono previsti interventi nel settore civile e pubblico, oltre che nei trasporti; per la sicurezza energetica, il potenziamento l'efficientamento delle infrastrutture; infine, fondi per il contrasto alla povertà energetica e per la ricerca.

Si parte, spiega l'assessore Roberto Marcato, dagli obiettivi posti dall'Unione europea per il 2020, ovvero il 10,3% di energia da fonti rinnovabili, che sono stati superati: «Chiudiamo a oltre il 18% - riferisce -. Abbiamo sfruttato tutta l'energia idroelettrica sfruttabile, siamo la seconda regione in Italia per impianti fotovoltaici installati, la prima per raccolta differenziata e la prima per aziende che investono in economia circolare». Per primi, aggiunge, «abbiamo fatto legge sul fotovoltaico», e «abbiamo chilometri quadrati di tetti industriali e civili dove installare impianti fotovoltaici». Poi la legge sulle comunità energetiche e la Zls: «A Porto Marghera si svilupperà la "hydrogen valley", e il fotovoltaico nel Polesine. Siamo in assenza di vento, e quindi non abbiamo mai sviluppato l'eolico e non sarà previsto per evidenti motivi. Il nucleare non è toccato dal piano, perché non è normato».

Gli obiettivi, riepiloga l'assessore Marcato, sono l'incremento di energia elettrica prodotta da fonti di energia rinnovabili, la riduzione della dipendenza energetica (dal 50% di oggi al 34% nel 2030), la riduzione del consumo di energia (-10%), la riduzione di emissioni di co2 (-15 milioni di tonnellate), la semplificazione. «Per raggiungere tutto questo - fa presente - mettiamo in atto azioni significative: sul fronte emissioni abbiamo immaginato una serie di iniziative per il comparto dell'industria e dell'aviazione (-65% emissioni) e nel comparto trasporti locali, civili e industriali (-37%). Sull'idrogeno verde abbiamo messo in moto una collaborazione con vari istituti e immaginato una hydrogen Valley su Porto Marghera e una su Padova. Sull'idroelettrico c'è ancora margine di miglioramento della produzione, attraverso revamping e repowering degli impianti sostenibili». Il totale delle risorse, tra statali, regionali ed europee, è di 7,3 miliardi di euro. Gli effetti: -3,5 milioni di tonnellate di co2, +17,9 miliardi di valore complessivo, 107mila addetti.

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