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Politica

Antenne 5G a Venezia e terraferma, Mestre e isole nel mirino

Richiesta del Pd di accesso agli atti per via Torino e per il Lido. Mozione della Municipalità per la nuova stazione a Murano. «Onde a frequenza più elevata, applicare il principio di precauzione»

Due le richieste di accesso agli atti del Partito Democratico in Consiglio comunale per le antenne 5G di telefonia mobile che sarebbero state autorizzate al Lido e in via Torino a Mestre. Stesso argomento è oggetto di una mozione in discussione all'ordine del giorno del Consiglio di Municipalità di Venezia Murano Burano, convocato per il 27 gennaio prossimo in sala consiliare San Lorenzo a Castello. Il 7 gennaio scorso è stata pubblicata sull'albo pretorio del Comune l'autorizzazione all'installazione di un impianto stazione radio base, della compagnia Iliad, in fondamenta Sebastiano Venier a Murano. «Chiederemo - scrive il presidente della Municipalità Giovanni Andrea Martini - di applicare il principio di precauzione, adottato dall'Unione Europea nel 2005: quando le attività umane possono portare a un danno moralmente inaccettabile, scientificamente plausibile, si dovranno intraprendere azioni per evitare o diminuire tale danno».

Principio di precauzione

«Gli impianti 5G si basano su una tecnologia con microonde a frequenza più elevata delle precedenti versioni, per cui vi è la necessità di più ripetitori per garantire il servizio. Malgrado la sperimentazione sia già stata avviata, non essendoci studi che forniscono una valutazione del rischio sanitario e per l’ecosistema - si legge nella mozione - si chiede al sindaco di sospendere in attesa di stabilire nuovi standard di sicurezza internazionali e assumere ogni cautela volta a ridurre i pericoli, anche solo potenziali, per la salute pubblica. - Si chiedono quindi ;- azioni per la valutazione di impatto sanitario sulla popolazione da parte dell'Ulss3 e Arpav, anche con l'aiuto del mondo accademico universitario e degli istituti di ricerca». C'è poi il problema delle frequenze: la rete 5G utilizza quelle attualmente occupate dalle radio e televisioni che dovranno lasciare spazio alla nuova tecnologia. C'è la necessità di cambiare gli apparecchi, con reciproci costi e benefici suddivisi per le categorie interessate.

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