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Legge speciale, il Pd: «Sbagliato passare dal centralismo di Roma a quello veneto»

Nell'autonomia la Regione chiede il trasferimento della gestione della Laguna di Venezia. Pellicani: «Al contrario, bisogna affidare più competenze al Comune e alla Città metropolitana»

«Proprio adesso che la città è sottoposta a una fortissima pressione turistica, non ha senso disconoscere la particolarità di Venezia, togliendo la legge speciale e addirittura spostando la gestione sulla Laguna da Roma alla Regione». All'indomani della presentazione del presidente Zaia dell'autonomia differenziata per il Veneto, è duro il Partito Democratico veneziano, che aggiunge: «Sbagliato revocare la legge speciale, una conquista del 1973. Al contrario, occorre dare più competenze al Comune e alla Città metropolitana. Che senso ha che ad occuparsi dei canali sia la Regione?»

La salvaguardia

«Mentre la bozza della Regione sposta le competenze dell'ex magistrato alle acque al Veneto, io dico rimettiamo quasta figura che è stata tolta e potenziamo la legge speciale: io ho già chiesto che in due anni siano investiti per la città due miliardi - spiega l'onorevole del Pd Nicola Pellicani -. Se c'è una cosa che chiediamo al governatore è di far ripartire il Comitatone, che è fermo dal 2017, affinché si occupi sia della salvaguardia di Venezia, che della ripartizione delle risorse. Ci sono più di 265 milioni fermi e sono soldi che servono per scavare canali, fare manutenzione alle fondamenta ecc.. Zaia dovrebbe far pressione per convocare il Comitatone proprio partendo dalla specialità di Venezia».

Il Mose

«Bisogna avere una linea chiara sulla città - spiega Pellicani -.  Senza abdicare alla Regione perché significherebbe mettere in difficoltà Venezia. Inoltre Zaia ha sempre detto di non volersi occupare della manutenzione del Mose. Ma come si può voler avere pieni poteri per gestire la città senza occuparsi di una delle questioni aperte più importanti, che prevede una spesa di 80, 100 milioni all'anno? - Si chiede il parlamentare veneziano -.  Io propongo la nascita di una agenzia per il Mose e per la gestione della salvaguardia, di cui facciano parte tutti i soggetti che hanno competenza, anche lo Stato, oltre alla Regione, al Porto, alla Città metropolitana e al Comune. Il mose è un meccanismo per cui sono stati spesi 6 miliardi: deve funzionare e bisogna che il governo mostri maggiore attenzione alla città, quello che in questo momento non sta dimostrando di fare».

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