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Politica San Marco / Riva degli Schiavoni

Lucia Massarotto saluta il Senatur: "Simbolo della politica che ruba"

"Lady Tricolore" divenne famosa dopo quel "Lo metta nel cesso, signora" che nel 1997 proferì Bossi durante un comizio in riva degli Schiavoni mentre lei sventolava la bandiera italiana

Non si dice stupita, ma le dimissioni di Bossi, leader carismatico del Carroccio, in Lucia Massarotto non accendono la scintilla di chi ha vinto una battaglia; il suo tricolore dalla finestra in riva degli Schiavoni non era contro il Senatur ma contro l'idea che rappresenta. Per 12 anni, la signora 'tricolore', come qualcuno l'ha definita, ha turbato i riti della festa dei Popoli Padani sventolando in faccia ad Umberto Bossi la bandiera italiana dalla finestra di casa.

Alla prossima festa a settembre, se ci sarà, lei non abiterà più lì perché è stata sfrattata, ma lo stesso Bossi avrà un ruolo diverso. Oggi è fredda davanti alle dimissioni del Senatur e dice "la mia non era una lotta contro una persona ma contro delle idee che non condividevo proprio".

Nel settembre scorso l'ultima battaglia: mentre dal palco Bossi arringava il popolo padano lei sventolava il tricolore, con i fedelissimi del Carroccio che tentavano, con un bandierone con il sole celtico, di coprirle la facciata di casa. Nulla al confronto del "lo metta al cesso, signora", rivoltole dallo stesso Bossi nel 1997 - con strascico penale - che innescò la più che decennale "battaglia" tra i due.

"Se si è dimesso - dice dopo un attimo di riflessione -, con tutto quello che sta accadendo qualcosa deve aver combinato. Evidentemente la Lega, spaccata com'era, ha fatto uscire quanto di male c'era dentro. I duri e puri, specie in politica, non esistono". "Per questo non sono stupita - aggiunge -; per questo li ho contestati, per questo non capisco la loro base che ha idolatrato il capo che è sì persona carismatica ma che, specie negli ultimi tempi, ha piazzato la famiglia ha fatto i propri interessi: solo la vicenda del Trota avrebbe dovuto far aprire gli occhi alla gente".

Per Lucia, comunque, l'affaire Lega è solo lo specchio della politica autoreferenziale, "pasticciona che ruba e non pensa ai cittadini, agli elettori, specie in tempo di crisi". "Oltre che dimettersi i nostri politici - rileva - dovrebbero anche restituire tutto ciò che hanno rubato". Sul fatto che non ci sarà su quella finestra al prossimo possibile appuntamento, risponde calma: "é l'ultimo dei miei pensieri, c'é la crisi che bussa alla porta". (ANSA)

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