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Draghi al governo, Tomaello: «Potrebbe prendere a cuore la partita dell'autonomia»

Il vicesindaco di Venezia: «Profilo autorevole e di alto livello, proiettato verso l'Europa. Sul piano del Recovery può dare impulso a progetti di innovazione portuale e sviluppo del nordest. La via maestra restano le elezioni»

Ore di attesa quelle che separano la salita al Colle dell'ex presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, intorno alle 12 di mercoledì, e la sua accettazione, al momento con riserva, dell'incarico di formare e guidare il nuovo governo dopo la caduta del Conte bis e la decisione del capo dello Stato di convocare l'ex banchiere.

Il partito e le elezioni

La riserva di quest'ultimo è legata alla possibilità di formare una maggioranza ampia e coesa attorno alla sua figura. Nel pomeriggio tra i vari vertici si è tenuto anche quello di una delegazione del centrodestra per decidere la strategia. «Sono un amministratore locale, non spetta a me la decisione sulla linea del partito - afferma il vicesindaco leghista di Venezia Andrea Tomaello, che ha esternato le sue prime impressioni sulla situazione dell'esecutivo per il riflesso sul piano lagunare -. Sono sicuro che il segretario Matteo Salvini farà scelte all'altezza del suo compito. Posso solo dire che Mario Draghi è un profilo di alto livello, autorevole, che saprebbe muoversi in Europa, di sicuro meglio di Giuseppe Conte o Luigi Di Maio che, a mio avviso, hanno incarnato un'esperienza di governo da archiviare». 

Origini venete

«Date le origine venete (padovane) della sua famiglia - continua Tomaello - Draghi potrebbe prendere a cuore la partita dell'autonomia regionale, a differenza del predecessore e, sul piano del Recovery, dare attenzione a progetti d'interesse che comprendono Venezia e le politiche innovative per il porto e lo sviluppo del nordest. Certo - conclude il vicesindaco - bisognerà vedere la maggioranza che avrà in parlamento. Ed è sicuramente preferibile un governo politico sul piano della legittimità e responsabilità. Ma in questo momento non so se si possa andare ad elezioni, oltretutto a fine luglio parte il semestre bianco (ultimi sei mesi del mandato del Presidente della Repubblica in cui non sono previste elezioni). Di certo, come governo tecnico, quello di Draghi dovrebbe prendere le distanze dalle esperienze alla Mario Monti», ha concluso Tomaello.

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