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Mestre Carpenedo / Via Santa Maria dei Battuti

Vanno in cimitero a trovare il padre, ma la sua tomba non c'è più

A Mestre due fratelli accusano Veritas di aver esumato il corpo del defunto senza averli avvisati. L'azienda ribatte che l'annuncio era stato pubblicato

Entrano in cimitero per andare a trovare il loro caro defunto, ma la tomba non c'è più. Da rimanerci di sasso. È la disavventura capitata a un fratello e una sorella di Mestre, il cui padre è deceduto nel 1991 all'età di 70 anni ed era stato sepolto al camposanto della città. Rivoltisi agli uffici Veritas per venire a capo dell'enigma, i due, come riporta la Nuova Venezia, si sarebbero visti rispondere che il corpo era stato esumato in data 14 settembre.

Eppure i fratelli non sarebbero mai stati informati direttamente. Solo che, a quanto pare, le procedure sono state seguite. L’ordinanza con l’elenco delle esumazioni, si difende Veritas, era stata pubblicato in bacheca già con alcuni mesi di anticipo: evidentemente i familiari non se ne erano resi conto. La loro reazione è incredula: in fondo quanti si soffermano a leggere gli avvisi sulla bacheca del cimitero?

Ma non è tutto qua, perché l'azienda avrebbe spiegato che gli annunci delle esumazioni vengono posti anche in prossimità delle tombe coinvolte. I fratelli però raccontano di essere stati al camposanto a maggio, e di non aver visto nulla del genere. L'accusa che rivolgono a Veritas è quantomeno quella di scarsa sensibilità e attenzione nei confronti dei parenti dei defunti. Resta comunque un problema oggettivo, come evidenziato dall'azienda: Veritas non ha gli elenchi dei familiari, e questo è l’unico modo per annunciare le esumazioni. Eventualmente, se i familiari vogliono essere avvisati personalmente, devono segnalarlo. Ma bisognerebbe saperlo fin dall'inizio.

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