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"E' un club privato, ma vende birra a tutti", arriva la diffida al Circolo Unione Africana

Avviato l'iter, secondo una nota della questura, per giungere allo stop alla cessione di alcolici. Il controllo nei giorni scorsi: non c'era bisogno di tessere per le bottiglie

E' un circolo privato, ma la birra là la si vendeva un po' a tutti. In barba alle norme che regolano il settore. Per questo motivo, secondo una nota della questura, gli agenti del commissariato di Mestre alle 17 di lunedì hanno notificato, con l'ausilio anche della polizia locale, il provvedimento comunale di diffida dalla somministrazione di cibo e bevande ai gestori del Circolo Unione Africana Italia, situato in via Trento.

A due passi dalla stazione ferroviaria. Il controllo è scattato il 31 maggio scorso: è stato in quel momento che le forze dell'ordine hanno accertato la vendita di alcolici a un pubblico indistinto, in assenza di un titolo abilitativo. Gli stessi hanno quindi redatto verbale di contestazione dell’illecito amministrativo e inviato la segnalazione all'ufficio comunale competente. Dopodiché la decisione di disporre la diffida nella vendita indistinta di alcolici e di comunicare l'avvio del procedimento di cessazione della medesima attività. 

"Siamo molto soddisfatti - dichiara Luigi Corò, presidente del comitato CMP a difesa del cittadino -, anche se tardivamente, finalmente sono andati a segno i nostri ripetuti esposti sul club. Questo a riprova che se si opera con serietà e autorevolezza si ottengono le risposte. Ora dovrà arrivare la chiusura".
 

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