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Viale San Marco, Bettin: «Sì alla riqualificazione, ma il bosco dell'Osellino non si tocca»

Il consigliere (Verde Progressista) dopo la descrizione dei progettisti. «La torre, con la rigenerazione dell'area, non c'entra niente»

È continuata anche martedì in commissione consiliare la presentazione da parte dei progettisti del piano di riqualificazione di viale San Marco, con la torre di 70 metri, il supermercato, la piazza e la rotonda. «È emersa dagli stessi professionisti la notizia che ci sarebbero dei non ancora ben precisati “piani di valorizzazione” del bosco dell’Osellino (poco distante dalla torre) - scrive il consigliere comunale Gianfranco Bettin Verde Progressista -. È un bosco piantato a partire dal 1994 con estensione di circa 8 ettari tra l’Osellino e il rione Pertini. Ci sono 13 mila piante di 35 specie arboree e arbustive autoctone diverse. È un querco-carpineto planiziale di farnie, ontani e carpini bianchi soprattutto, ma che vede la presenza di frassini, olmi, meli e altre, come il pero selvatico o il pioppo nero e bianco». Per il consigliere: «il bosco non si tocca, se non per tutelarlo e svilupparlo ulteriormente».

«Un’area umida preesistente - continua il consigliere - mantenuta e integrata nel bosco garantendo la massima biodiversità. Il riferimento a “interventi di valorizzazione” di cui si starebbe discutendo insieme con l’amministrazione, non può che suscitare preoccupazione - continua Bettin - Quell’area boscata è parte del più vasto e articolato “bosco di Mestre”, dai primi anni Novanta in via di sviluppo, che rappresenta oggi non solo un polmone verde utilissimo e il miglior contrasto agli inquinanti generati nell’area, ma anche un ecosistema di straordinaria varietà e vitalità e valore (anche culturale), una delle opere che, negli ultimi decenni, ha meglio e di più cambiato la città. Chiediamo, dunque, e lo faremo anche formalmente con un’interrogazione, all’amministrazione di chiarire al più presto».

Sulla violazione del Pat (piano di assetto del territorio) da parte del progetto, il consigliere era già intervenuto parlando di «stravolgimento della realtà urbanistica esistente». La giunta, afferma Bettin, «risponde con una relazione che dimostra il contrario, perché l’area dell’ex campo da calcio (inquinata) necessita di “riqualificazione e riconversione” ed evidentemente il palazzo di oltre 70 metri d’altezza rientra in questa rigenerazione. In realtà “la riqualificazione delle aree è volta al riordino degli insediamenti esistenti e al loro recupero anche attraverso l’ammodernamento delle urbanizzazioni e il miglioramento della qualità urbana, nonché il riuso delle aree e dei manufatti dismessi e degradati. Cosa c’entri questo con la torre è evidente: niente».

In quella zona - continua il consigliere d'opposizione - è possibile solo restare coerenti con il suo profilo storico, evitare fuori scala architettonici o edifici e funzioni di stravolgente impatto urbano e commerciale (come il supermercato). Le due sotto-aree interessate dall’intervento, quella delle corti e quella inquinata dell’ex campo sportivo, sono entrambe collocate entro il perimetro degli “impianti urbanistici significativi”, che appunto contempla solo interventi diversi da quelli del progetto. Che, dunque, viola il Pat».

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