rotate-mobile
Mestre Mestre Centro / Corso del Popolo

Brugnaro in Corso del Popolo all'indomani dell'Alto impatto

L'accoltellamento di lunedì e la preoccupazione della gente per il degrado e la criminalità. Il sindaco: «Aumentare le pene non serve, bisogna renderle certe». Odore "nauseabondo" dal market sotto casa: via 200 chili di alimenti, dovrà mettersi in regola

Oggi sono stato a Mestre nella zona tra via Torino, Corso del Popolo e vie limitrofe, assieme alla polizia locale e ai servizi sociali. Un lungo sopralluogo per incontrare cittadini, dipendenti e titolari di attività economiche, oltre a verificare la situazione generale. Un’occasione per manifestare la vicinanza delle istituzioni a chi vive e opera nella zona». All'indomani dell'Alto impatto delle forze di polizia e quattro giorni dal ferimento con una coltellata sulla fronte del barista bengalese, nella sua pasticceria in Corso del Popolo, il sindaco Luigi Brugnaro ha fatto un sopralluogo a piedi in zona.

«Già da tempo sono state rafforzate le pattuglie, anche a piedi, ed è stato avviato il progetto di potenziamento della videosorveglianza, come già avvenuto al parco Tasso, dove gli interventi svolti hanno consentito di ridurre le situazioni di degrado. Ci sono delle attività attenzionate, sulle quali riservatamente le autorità stanno compiendo tutte le verifiche». Con il sindaco c'era il vicecomandante della polizia locale, Gianni Franzoi. «La rigenerazione urbana passa anche attraverso la verità - ha detto Brugnaro - non vogliamo nascondere le cose, qui operiamo 24 ore su 24 in sinergia con le altre forze dell’ordine, ma non basta. Il lavoro da fare è tanto, anche sulla prevenzione, sul recupero di chi è in difficoltà e il sostegno delle fragilità. Per questo insisto. Le norme non sono più adeguate. Non si tratta di aumentare le pene, ma di renderle certe».

Dopo i fatti di lunedì scorso c'è preoccupazione. Si avverte pericolo e insicurezza quando, com'è accaduto, in un negozio o in un locale c'è chi arriva a sconvolgere l'ordine pubblico facendo irruzione con coltelli, minacciando e spaventando per rubare e rapinare. La caccia all'aggressore del barista bengalese sta portando la polizia a stringere il cerchio sul responsabile mentre la gente, associata in gruppi e comitati, denuncia e segnala il degrado, i bivacchi, i danneggiamenti, i furti, gli scippi, chiedendo presidi fissi delle forze dell'ordine. Nei giorni scorsi alcune famiglie di via Monte Nero, laterale di via Piave, hanno segnalato alle autorità l'odore "nauseabondo" proveniente da un'attività a piano terra sulla via, appena riaperta da due coniugi stranieri. Così sono partiti i controlli.

Giovedì, durante il monitoraggio interforze, gli agenti della polizia amministrativa della questura fra i vari locali e negozi verificati hanno passato al setaccio anche il mini market segnalato in via Monte Nero. «Assenza di condizioni per l'esercizio della vendita di beni alimentari», il verdetto della polizia che dei duecento chili di carni, pesce, alimenti e bevande verificati, non ha trovato nulla che avesse tracciabilità quanto alla provenienza, la composizione e la scadenza dei prodotti. Per questo, in collaborazione con il comparto igienico-sanitario dell'Usl 3, ha ordinato la distruzione di tutto il materiale con ditte specializzate e a carico dei titolari, il ripristino di una situazione idonea alla vendita di alimenti (nel frattempo il market resterà chiuso), e ha elevato una multa per mancato rispetto delle norme di igiene e sicurezza pari a 4.500 euro. Conseguenze non indifferenti per un'attività appena avviata e che ha anche subito un furto nel mese di gennaio, hanno raccontato i gestori. Ma inevitabili per garantire la salute e anche la sana convivenza nel territorio di locali e negozi etnici che stanno prendendo piede, non più solo in via Piave, forse senza lasciare ai residenti il tempo di abituarsi a uno scenario inedito.



 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Brugnaro in Corso del Popolo all'indomani dell'Alto impatto

VeneziaToday è in caricamento