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La pandemia non ferma le donazioni di sangue. Volontari in prima linea

Il 4 marzo ha donato e fatto l'idoneità al centro trasfusionale dell'ospedale Civile di Venezia parte del gruppo della Protezione civile assieme al vicesindaco Andrea Tomaello

Nonostante la zona prima arancione e poi rossa che ha contraddistinto il Veneto e Venezia nel mese di marzo, Avis comunale Venezia non si è fermata. Anzi, ha rilanciato con le attività che potevano essere fatte in questo periodo: il 4 marzo ha donato e fatto l'idoneità al centro trasfusionale dell'ospedale Civile di Venezia parte del gruppo della Protezione civile di Venezia assieme al vicesindaco di Venezia, Andrea Tomaello (che ha delega per la protezione civile) dimostrando ancora una volta l'impegno e la dedizione dei volontari.

L' 8 marzo, oltre a distribuire mimose alle donatrici del centro trasfusionale di San Giovanni e Paolo, la presidente Patricia Springolo ha accolto i frati del Santissimo Redentore della Giudecca guidati dal guardiano Gianfranco Tinello che hanno fatto la loro prima donazione per dare testimonianza del messaggio cristiano di vicinanza al prossimo in questo momento di pandemia. Domenica 14 marzo è tornata a svolgersi l'uscita di donazione a Pellestrina che ha portato a raccogliere 34 sacche di sangue e 11 idoneità. «I donatori di Pellestrina dimostrano ancora una volta la grande generosità di questa isola», ha detto dice il vicepresidente Avis Mario De Marchi. Avis comunale di Venezia partecipa al fianco della Scuola Grande di San Marco all'evento "La Civiltà del Bene. 421 - 2021 la cura nei secoli a Venezia", che si inserisce nei festeggiamenti per i 1600 anni della città di Venezia.

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